Sappe: IN CARCERE COLLABORATORE GIUSTIZIA AGGREDISCE GUARDIA

VOGHERA, DETENUTO COLLABORATORE DI GIUSTIZIA AGGREDISCE AGENTE DI POLIZIA PENITENZIARIA. LA PROTESTA E LA SOLIDARIETA’ DEL SAPPE Ancora violenza in carcere a Voghera. Questa volta a farne le spese è un poliziotto penitenziario, aggredito da un detenuto collaboratore di Giustizia sabato scorso. “Piena e incondizionato solidarietà al poliziotto penitenziario contuso e ferito” la rivolgono Donato Capece e Alfonso Greco, rispettivamente Segretario Generale e Segretario Regionale per la Lombardia ...

VOGHERA, DETENUTO COLLABORATORE DI GIUSTIZIA AGGREDISCE AGENTE DI POLIZIA PENITENZIARIA. LA PROTESTA E LA SOLIDARIETA’ DEL SAPPE Ancora violenza in carcere a Voghera. Questa volta a farne le spese è un poliziotto penitenziario, aggredito da un detenuto collaboratore di Giustizia sabato scorso. “Piena e incondizionato solidarietà al poliziotto penitenziario contuso e ferito” la rivolgono Donato Capece e Alfonso Greco, rispettivamente Segretario Generale e Segretario Regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Greco ricostruisce i fatti accaduti: “E’ successo che un detenuto collaboratore di giustizia, giunto a Voghera da un altro carcere, durante la fase di perquisizione è andato in escandescenza ed ha aggredito il poliziotto penitenziario addetto al Casellario senza apparente motivo. L’Agente è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino dove è stato dimesso con una prognosi di giorni 10. Questi gravi fatti devono essere stigmatizzati con forza e contrastati, in sede disciplinare e penale, con particolare fermezza, anche per evitare possibili effetti emulativi. Non può e non deve passare affatto un messaggio di sostanziale impunità per i detenuti che si rendono responsabili di questi gravi fatti”. “La situazione nelle carceri della Lombardia, dove oggi sono detenute 8.527 persone rispetto ai circa 6.000 posti letto è sempre tesa ed allarmante”, denuncia il Segretario Generale SAPPE Donato Capece. “I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti nelle celle delle carceri lombarde nell’interno anno 2017 sono inquietanti: 1.523 atti di autolesionismo, 137 tentati suicidi, 1.014 colluttazioni e 148 ferimenti. I suicidi sono stati 9 mentre i detenuti deceduti per cause naturali sono stati 7. Sono state, infine, 14 le evasioni da penitenziari lombardi da permesso premio e lavoro all’esterno. E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria”. Il SAPPE sottolinea che “nelle carceri di Pavia (280), Milano S.Vittore (217) e Cremona (170) si sono contati il più alto numero di atti di autolesionismo, mentre è nei penitenziari di S.Vittore (30) e ancora Cremona (22) che la Polizia Penitenziaria ha sventato in tempo tentativi di suicidio di detenuti. Vigevano (46) e Monza (44) hanno il record regionale di ferimenti mentre Pavia (177) e S.Vittore (138) quello delle colluttazioni”. Per il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria “lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti – lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività – è controproducente perché lascia i detenuti nell’apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti”. E la proposta è proprio quella di “sospendere la vigilanza dinamica: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili”. Capece torna a sottolineare l’alto dato di affollamento delle prigioni italiane: “oggi abbiamo in cella 58.087 detenuti per circa 45mila posti letto: 55.646 sono gli uomini, 2.441 le donne. Gli stranieri sono il 35% dei ristretti, ossia 19.818. Mancano Agenti di Polizia Penitenziaria e se non accadono più tragedie più tragedie di quel che già avvengono è solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari, a cui va il nostro ringraziamento. Un esempio su tutti: negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 18mila tentati suicidi ed impedito che quasi 133mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”. Roma, 27 febbraio 2018