Partorisce, ma rifiuta di farsi tagliare il cordone ombelicale
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- 18 settembre 2017 Altri Comuni Salute e benessere
non sapevano più che fare all'ospedale di San Daniele: una donna partorisce, ma rifiuta di farsi tagliare il cordone ombelicale Sconcerto nell'ospedale di , in provincia di Udine, la donna che aveva appena partorito non voleva farsi tagliare il cordone ombelicale e poiché il bimbo cominciava a mostrare segni di sofferenza i sanitari hanno dovuto chiamare il magistrato di turno per risolvere il problema. "Ovviamente abbiamo risposto che devono salvare il bambino. E' un segno t...
non sapevano più che fare all'ospedale di San Daniele: una donna partorisce, ma rifiuta di farsi tagliare il cordone ombelicale
Sconcerto nell'ospedale di , in provincia di Udine, la donna che aveva appena partorito non voleva farsi tagliare il cordone ombelicale e poiché il bimbo cominciava a mostrare segni di sofferenza i sanitari hanno dovuto chiamare il magistrato di turno per risolvere il problema. "Ovviamente abbiamo risposto che devono salvare il bambino. E' un segno triste dei tempi, che dimostra a che punto è arrivata la medicina difensiva" ha riferito il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo. La partoriente aveva già dichiarato anticipatamente ai medici che avrebbe rifiutato anche un eventuale parto cesareo perché la copia di neogenitori voleva un parto naturale secondo la pratica del cosiddetto "Lotus birth", con il cordone ombelicale che avrebbe dovuto staccarsi e cadere da solo, spontaneamente. Fortunatamente Il parto è avvenuto naturalmente e il bambino, in buona salute, è stato appoggiato sulla pancia della mamma, skin-to-skin, come si cerca di fare sempre quando possibile in ogni tipo di parto, spiegano dall'Azienda sanitaria. Successivamente però le condizioni del neonato hanno cominciato a non essere ottimali a seguito del il mancato distacco e i medici hanno ritenuto di trasferirlo temporaneamente in incubatrice, ma di fronte alle resistenze dei genitori hanno deciso di contattare la Procura di Udine. La Procura non ha adottato alcun provvedimento; ai sanitari ha dato solo una semplice indicazione: "La mission dei medici è salvare vite. Nel momento in cui sussiste un pericolo di vita, il trattamento sanitario va fatto”. "Chiunque - ha proseguito De Nicolo - è esposto al rischio delle denunce. Non lo si può evitare. Ma se uno fa il suo dovere non deve chiedere il preventivo avvallo della magistratura". Secondo il capo della Procura udinese "prima di tutto deve essere la coscienza a guidare l'operato. Se uno si comporta secondo il proprio dovere non ha nulla da temere. Ma non è possibile evitare un rischio di denuncia, e questo - ha concluso - vale in tutti i settori". Alla fine i genitori hanno accettato il trattamento per il loro piccolo. Nel giro di breve tempo il problema si è risolto. Mamma e bimbo stanno bene. San Daniele del Friuli 18 settembre 2017 Fabrizio Sbardella