#PadriSeparati GARANZIA DI POVERTA'. PDF AL LORO FIANCO

#PadriSeparati GARANZIA DI POVERTA'. PDF AL LORO FIANCO, un impegno a loro favore da parte del Partito PdF.   Tra i milioni di poveri registrati in Italia rilevati dall'ultimo censimento Istat raramente viene presa in considerazione una categoria: quella dei padri separati. Secondo il Rapporto Caritas sono all'incirca 4.000.000 di cui 800.000 vivono in stato di povertà.  Di questi circa 200 si suicidano ogni anno  perché non ce la fanno più. ...

#PadriSeparati GARANZIA DI POVERTA'. PDF AL LORO FIANCO, un impegno a loro favore da parte del Partito PdF.   Tra i milioni di poveri registrati in Italia rilevati dall'ultimo censimento Istat raramente viene presa in considerazione una categoria: quella dei padri separati. Secondo il Rapporto Caritas sono all'incirca 4.000.000 di cui 800.000 vivono in stato di povertà.  Di questi circa 200 si suicidano ogni anno  perché non ce la fanno più.  Le cause sono: impossibilità a far fronte alle spese economiche, la perdita del ruolo di padre e la perdita dei figli, ovvero l' impossibilita nel vederli con regolarità' a causa di impedimenti esterni.    Un destino che condanna una considerevole parte degli uomini separati a cui nemmeno personalità famose riescono a sottrarsi trovando società e giustizia schierate in modo ostile di fronte al "genere maschile" e alla figura paterna (alla faccia della parità di genere) ostacolando in tutti i modi le esigenze legittime dei padri di poter continuare a frequentare i figli avuti con la donna da cui si stanno separando.    Per citare solo gli ultimi casi più noti e recenti pensiamo al tenore Andrea Bocelli, al conduttore Tiberio Timperi o Marco Del Noce comico di Zelig finito sul lastrico in seguito alla separazione dalla moglie.  Quello dei padri separati e allontanati dai figli (e di conseguenza di tutta la parentela della parte paterna) è un dramma che ricade inevitabilmente anche sui figli i quali oltre a dover metabolizzare il lutto della separazione dei genitori non è raro che subiscano pressioni da uno di loro.    Secondo i dati raccolti da Telefono Azzurro a mettere in atto violenze psicologiche e fisiche sono il 44% delle madri e il 29% dei padri.    In Italia c'è un popolo di padri separati che vivono in condizione di povertà solitudine e rabbia. Uno dei principali responsabili di questa situazione è il sistema giudiziario e sociale che tende a favorire sempre la "madre affidataria" la quale, e non è raro, può "ostacolare il rapporto padre-figlio".    Da anni i padri separati chiedono giustizia di poter continuare a vedere e frequentare i propri figli senza che questo desiderio anzi questo diritto venga trattato come un reato.  Non sono pochi infatti i padri che sono stati trattati come dei criminali per aver preteso di incontrare liberamente i figli, nonostante questo sia previsto nel provvedimento del tribunale.  La violenza nei confronti dei minori si esprime nell'impedire al padre di parlargli al telefono o incontrarlo.  Penalmente si tratterebbe del reato di sottrazione di minore che raramente viene preso in considerazione.   I padri vengono resi invisibili, messi in secondo piano rispetto alle madri dall'intera società normalmente descritta patriarcale.   I papà si percepiscono come «eterni secondi»: più del 40% si sente «senza voce», sente che il ruolo del padre non è sufficientemente riconosciuto dalla società, dalle istituzioni, dalle aziende.  Le madri invece sono più tutelate forse perché un tempo avevano meno indipendenza economica continuando ad essere percepite deboli.    In caso di separazione la giustizia si comporta così: nell’82,2% delle separazioni tra coppie con figli minori viene fissato un assegno di mantenimento che, nel 66% dei casi è solo per i figli, mentre nel 22% dei casi spetta anche alla ex moglie.  Nel 10,2% dei casi di separazioni con figli, non viene versato alcun assegno, quota che sale al 41,6% nelle separazioni di coppie senza figli.  Quando l’assegno c’è, a versarlo, nel 94,1% dei casi è il padre, perché, di fatto, i figli rimangono praticamente sempre a vivere con la madre. L’importo medio mensile dell’assegno corrisposto al coniuge in caso di separazione nel 2014 era di 485 euro, mentre per i figli era di 488 euro.    Lo stipendio medio degli italiani lo stesso anno era intorno ai 1300 euro. Alla madre vanno la casa coniugale (quando c’è), i soldi per il mantenimento dei figli e il 50% delle spese straordinarie (mediche, scolastiche e sportive). E, come se non bastasse, il padre deve farsi anche carico della rata del mutuo (metà, se non tutta) di una casa di cui non disporrà più fino all’indipendenza economica dei figli e dell’affitto per una nuova abitazione in cui poter esercitare il proprio diritto di visita.   In queste condizioni la povertà è sempre in agguato. Questo tema è stato più volte sfruttato per raccogliere voti soprattutto in campagna elettorale da vari partiti che con uno slogan e la soluzione di qualche caso "manifesto" si accaparrano qualche voto senza voler veramente affrontare il nodo che abita nelle sale di giustizia.     Uno Stato dovrebbe scoraggiare la povertà, non favorirla.  Trovare soluzioni, non palliativi ripensando a livello legislativo come rendere oggettiva e giusta la chiusura civile dei rapporti secondo una visione più bilanciata dei diritti, una diversa regolamentazione della casa coniugale e una diversa fiscalità.    Non per niente l'Italia è stata più di una volta condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per non aver garantito i diritti dei padri separati.