LAZIO. SERGIO PIROZZI SCRIVE A BERLUSCONI

Caro Silvio, noto con dispiacere che, nonostante gli ottimi rapporti di stima reciproca, che è inutile continuare ancora a nascondere all’opinione pubblica, ieri pomeriggio, in un incontro molto importante, sei uscito con una frase a dir poco infelice nei miei confronti. Ti sei rivolto con queste parole: “…adesso abbiamo alcune difficoltà perché un sindaco di centrodestra (riferito a me) si è candidato anche lui e ci porta via il 6-7%. Cercheremo di convincerlo con le buone maniere, per i cal...

Caro Silvio, noto con dispiacere che, nonostante gli ottimi rapporti di stima reciproca, che è inutile continuare ancora a nascondere all’opinione pubblica, ieri pomeriggio, in un incontro molto importante, sei uscito con una frase a dir poco infelice nei miei confronti. Ti sei rivolto con queste parole: “…adesso abbiamo alcune difficoltà perché un sindaco di centrodestra (riferito a me) si è candidato anche lui e ci porta via il 6-7%. Cercheremo di convincerlo con le buone maniere, per i calci in culo c’è sempre tempo”. Con tutta onestà stento a capire quale può essere il motivo di tale indignazione, di così tanto rancore e di certe spiacevoli affermazioni che offendono non tanto me, ma quanto il mio elettorato, il quale, credimi, ogni giorno è sempre più numeroso. Come ben sai, in tempi non sospetti, sono stato cercato dal tuo entourage, Gianni Letta compreso, al fine di trovare un punto di intesa sia per le regionali che per un eventuale mio incarico in un futuro governo di centrodestra. Vi ho ascoltato con cortesia, non ho mai rifiutato un confronto sano e leale, ho sempre educatamente ribadito quali fossero le mie convinzioni e, sino al “giochetto” che ha letteralmente sfiancato tutti della candidatura di Parisi, ho atteso le vostre dolorosissime e – permettimi – a dir poco “bizzarre” decisioni. In ordine di tempo, e con non poco coraggio, se ben ti ricordi, sono stato il primo a mettersi in ballo per le regionali, pensando che il centrodestra mi avrebbe logicamente seguito, perché ci tengo a ricordarti che le mie “antiche” radici vengono proprio da li. Tu e i tuoi alleati avete inspiegabilmente snervato i cittadini del Lazio portandoli ad una diatriba nei miei riguardi assolutamente ingiustificata. Siamo in un Paese ancora (spero) libero, ove è nella facoltà di tutti la possibilità di mettersi a disposizione del popolo in qualsivoglia competizione elettorale; governativa, amministrativa o presidenziale. Come ben sai, non ho mai chiesto nulla in cambio, non ho mai voluto o preteso alcunché né da te ne dai tuoi sodali, e non ho ma nemmeno troppo obiettato quando vi siete presentati con Stefano al photofinish. Mi stupisco, e non poco, di queste tue dichiarazioni un po’ “burlesche” e un po’ “grottesche”, poiché ti stai rivolgendo non solo ad un uomo sincero e corretto o ad un candidato in corsa alla Presidenza della Regione Lazio (che tu prenderesti letteralmente a “calci in culo”) ma ad un Sindaco di una città che – ti ricordo – è stata visitata da tutti tranne che da te. Ma neanche di questo te ne ho mai fatto una colpa, ognuno è libero di fare ciò che sente e ciò che crede. Sono solo contro il mondo “fantastico” di migliaia di uomini che, in maniera compatta e devota, hai sempre al tuo fianco, sono solo contro il tuo esercito di centinaia di consiglieri pronti al “martirio”, sono solo (con pochi spiccioli) contro i vostri inesauribili miliardi, sono solo, tra la gente e con la gente. Non capisco cosa vuoi di più. La domanda è: auspichi dunque che mi metta all’angolo dopo tanti sacrifici e dopo quasi 30 mila km percorsi durante questa lunghissima e faticosissima campagna giocata (non da me) in maniera sleale e “sanguinaria”? Mi dispiace Silvio ma non posso farlo, benché forse egoisticamente, personalmente e paradossalmente, mi sarebbe anche convenuto. Ma tu dovresti saperlo che non sono un uomo in “vendita”. Non posso per la mia famiglia, non posso per i miei ideali, non posso per i miei elettori e non posso - soprattutto - per tutti coloro che mi seguono con passione, forza e amore. Si, è così, non ci crederai, ma c’è tanto “amore” che mi circonda, fatto principalmente di sguardi, abbracci, confessioni, paure, disoccupazione, stenti, compassione e tanta voglia di cambiare le cose. C’è chi non mi ha seguito per timore, c’è chi si è arreso (non per sua volontà) a percorso avviato e c’è chi ha preferito sottostare alla potenza dei vostri partiti. Dovrei essere piuttosto adirato, eppure a me va bene lo stesso. Io però vado avanti perseguendo un solo obiettivo: quello deciso a giugno dello scorso anno! Possibile che ad un leader potente come te infastidisca quel misero 6% che i sondaggisti hanno affibbiato alla lista dello “Scarpone” per Pirozzi Presidente? La verità dimmela tu. Forse sei a conoscenza del fatto che la cifra potrebbe non corrispondere alla realtà, o forse sai (da fonti più informate delle mie) che il pericolo è tutt’altro che trascurabile? Io credo, e posso anche sbagliarmi, che questa tua uscita non sia da attribuire ad uno sfogo esclusivamente goliardico o estemporaneo, magari frutto della tua “verve” che nel corso degli anni ci ha fatto spesso sorridere, temo invece che le tue esternazioni siano frutto più di una vera, ma sapientemente celata, “crisi di nervi” che rispecchia una situazione non proprio armoniosa, sia nel tuo stesso gruppo politico che con i tuoi fedelissimi alleati. Calma Silvio, calma! Io non chiedo appoggio ma non tollero offese o toni perentori. Io non dico a voi di togliere Parisi ne voi potete dire a me di farmi da parte. Io desidero solo un sacrosanto diritto: IL RISPETTO! Sergio Pirozzi