Palermo. Rosario Martino: i tagli alla sanità colpiscono ancora!!!

Palermo. Rosario Martino racconta quanto può essere ancora più difficile la vita da disabile Cronaca Sabato, 11 giugno 2016 I tagli alla sanità colpiscono ancora!!! L’odissea quotidiana che vivono gli italiani e in questo caso specifico a Palermo ha dell’incredibile. Raccontarlo, risulta essere fin troppo semplice,quando si vivono in prima persona, da lì riesce facile immedesimarsi nelle difficoltà che i cittadini comuni vivono, per non parlare dei disabili, degli anziani, di coloro che hanno...

Palermo. Rosario Martino racconta quanto può essere ancora più difficile la vita da disabile Cronaca Sabato, 11 giugno 2016 I tagli alla sanità colpiscono ancora!!! L’odissea quotidiana che vivono gli italiani e in questo caso specifico a Palermo ha dell’incredibile. Raccontarlo, risulta essere fin troppo semplice,quando si vivono in prima persona, da lì riesce facile immedesimarsi nelle difficoltà che i cittadini comuni vivono, per non parlare dei disabili, degli anziani, di coloro che hanno difficoltà motorie. Appare emblematico e a tal punto necessario sottolinearne i principali: che vanno dalle code spesso interminabili alle difficoltà logistiche incontrate per effettuare le prenotazioni presso il centro Cup, fino alle difficoltà incontrate per cercare di prenotare con il numero verde 800894372 ed attendere per diverso tempo senza averne una risposta, anche dopo svariati tentativi effettuati nel corso di vari mesi, fino ad arrivare alla difficoltà di parcheggio dove si possono trovare alcune macchine senza regolare talloncino dei portatori di handicap, parcheggiate nelle strisce gialle riservate ai disabili, che vedono un carroattrezzi esistente che non agisce sui posti occupati dai non disabili e si potrebbe continuare citando l’inesistente servizio di navetta che dovrebbe collegare i vari padiglioni esistenti nel Policlinico, per l’estensione non certo indifferente della struttura, che risulterebbe molto utile per coloro i quali hanno difficoltà a deambulare, alleviando le enormi sofferenze esistenti in un paziente che per un insieme di patologie, magari, risulta essere penalizzato dalla vita, come nel mio caso. Tutto questo è facile viverlo, spesso in silenzio, ma oggi voglio far sentire il mio disappunto e raccontarvi seppur in breve la mia storia inerente la giornata trascorsa nel cercare di prenotare delle visite, in quanto grande invalido e le enormi difficoltà incontrate nella sanità siciliana per curarsi. Stiamo parlando di me, Rosario Martino, invalido al 100% con la legge 104 art.3 comma 3, che non ci sto e voglio far sentire la mia voce. Su indicazione di uno dei cardiochirurghi dell’ISMETT, mi sono adoperato oggi per la prenotazione di due visite: una “urgente” per il test da sforzo, visto che vi era un valido sospetto per la diagnosi di angina pectoris e un'altra visita pneumologica da effettuarsi, quest’ultima, entro dieci giorni e identificata con la lettera B. Recatomi presso il centro di prenotazione del Policlinico, in compagnia di un mio amico, il caro Saverio Bertè, il quale mi accompagnava, sostenendomi moralmente e fisicamente, vista l’estensione della struttura poco adatta ad un disabile, entrambi, convenivamo nell’ evidenziare l’inesistenza di un turno di priorità che dovrebbe essere riservato ai disabili, in virtù della legge 104/92 e malgrado facessi notare ciò ad uno degli operatori, la mia richiesta rimaneva inascoltata. E’ da rilevare che esiste un solo turno, quello “normale”, a cui anche i disabili accedono. Per poi, considerare la vetustà della struttura che appare oggi sotto gli occhi di tutti fatiscente. C’è da chiedersi: ma il popolo siciliano merita ciò? E’ da rilevare che il servizio di priorità disabili funziona bene nell’ospedale Civico della stessa città, che però manca di alcuni servizi, come ad esempio la cardiochirurgia stessa , dove non è possibile eseguire la prova da sforzo, in quanto tale struttura né è priva. Dopo esser stati al centro prenotazioni, per quanto riguarda il test da sforzo, lo stesso impiegato mi disse di andare al reparto di cardiologia, in quanto le visite “urgenti” venivano gestite dal reparto medesimo. Essendoci recati sul posto, dopo enorme fatica e centinaia di metri fatti, apparivo sofferente e in grave difficoltà, ci sentimmo dire da un medico del reparto che per fare la visita era necessario rifare la ricetta e togliere l’urgenza e mettere la lettera B che consente di svolgere la visita entro i 10 giorni. E’ da aggiungere, che l’ulteriore visita prescritta dal cardiochirurgo, per lo specialista pneumologo portava nella ricetta la lettera B (quindi entro 10 giorni), in realtà è stata prenotata per il prossimo 06 settembre presso lo stesso ospedale. E’ da ricordare che le difficoltà maggiori li ho d’estate, in quanto con l’umidità elevata chi ha questo genere di patologie, ne risente maggiormente, quindi prenotarla per settembre risolverebbe il problema in un secondo momento, ma non adesso. Ora ditemi Voi è possibile accettare ciò? Ora se nonostante la ricetta, la visita pneumologic13451199_10208012814255871_698324600_na è stata fissata per il 6 settembre, c’è da chiedersi per quando sarebbe stata fissato il test da sforzo dopo l’invito fatto dal medico per modificare la dicitura da “u” a “b” anche a settembre? Appare comprensibile capire perché muoiono molti pazienti, probabilmente i vari cavilli burocratici della nostra sanità non fanno altro che mettere in difficoltà i medici stessi, che non riescono a lavorare per scienza e coscienza, dove loro stessi hanno notato che sono palesemente dispiaciuti per non poter trasferire la loro professionalità e preparazione che non è seconda a nessuno nel mondo, ossessionati da vari paletti esistenti, che diventano motivo per la burocrazia e per i poteri forti per nascondersi dietro i medici che ogni giorno trascorrono in trincea le loro giornate diventando bersaglio dei pazienti. Tutto questo può mandare i più suscettibili su tutte le furie, come nel mio caso, che per la rabbia ho strappato le ricette e rinunziato alle cure mettendo a rischio la mia vita, in quanto uno Stato che non è in grado di soddisfare le esigenze delle categorie più deboli, non dà nulla e non merita le suppliche dei cittadini per un diritto peraltro amopiamente garantito già dalla Costituzione. Rosario Martino