Ospedale San Gerardo a Monza " parcheggiato temporaneamente" un defunto in magazzino
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- 26 febbraio 2017 Altri Comuni Area Malpensa
E’ di qualche giorno fa la notizia di un anziano deceduto nel reparto geriatrico del San Gerardo, a Monza. Ciò che rende “notizia” questo decesso, di fatto, è che l’ospedale in oggetto non ha trovato di meglio che “parcheggiare” momentaneamente il defunto in un magazzino, in attesa di altro. Ed è, chiaramente, polemica. Ma andiamo con ordine. L’anziano, un imprenditore di Seregno di 81 anni, P.T., è deceduto nei giorni scorsi appunto nel reparto di Geriatria del San Gerardo, circ...
E’ di qualche giorno fa la notizia di un anziano deceduto nel reparto geriatrico del San Gerardo, a Monza. Ciò che rende “notizia” questo decesso, di fatto, è che l’ospedale in oggetto non ha trovato di meglio che “parcheggiare” momentaneamente il defunto in un magazzino, in attesa di altro. Ed è, chiaramente, polemica. Ma andiamo con ordine. L’anziano, un imprenditore di Seregno di 81 anni, P.T., è deceduto nei giorni scorsi appunto nel reparto di Geriatria del San Gerardo, circondato dall’affetto dei propri familiari. La stanza, a quattro letti, posta nell’ala non ancora restaurata dell’ospedale, ovviamente ospita altri pazienti. Si rende così necessario apporre la solita tendina, atta a nascondere il corpo nell’attesa che passi il tempo previsto dalla legge per dichiarare un decesso. Il fatto che la stanza sia comunque impegnata con altri pazienti affetti da diverse problematiche di salute, spinge il personale medico ad offrire ai parenti del defunto di spostare letto e salma in un luogo piu’… appartato. Ma non ci sono stanze vuote, molte sono chiuse per il cantiere di ristrutturazione. Ne deriva che l’unico luogo idoneo sia quella camera “ampia” (dicono in ospedale) sulla cui porta spicca la scritta “magazzino”. Effettivamente, al proprio interno, una varietà di scatoloni e diverse scaffalature. A seguire, chi arriva a rendere omaggio alla salma, dopo un iniziale (e comprensibile) stupore per la collocazione, non trovandola dignitosa, firma una lettera spedendola ai giornali e segnala che non esiste in quella struttura “un luogo dedicato al commiato”. E da qui nasce la polemica con la struttura ospedaliera. Il personale medico si difende e dichiara che ha offerto di spostare il letto con la salma in un luogo piu’ “appropriato” per le esigenze venutesi a creare, ci voleva insomma un’area appartata che permettesse ai parenti la giusta intimità per l’ossequio. L’Asst ribatte altresì in una nota che “la salma non è stata allontanata dal reparto, ma è stata portata fuori dalla camera in un ambiente dignitoso, una semplice esigenza dettata dalla necessità di tutelare altri tre pazienti fragili, e dare la massima intimità ai parenti”. Aggiunge il direttore, Matteo Stocco, che “non vi è obbligo di avere stanze del commiato in reparto, gli operatori sanitari fanno del loro meglio per garantire la privacy. Per questo che, valutato che lo spostamento della salma è stato consenziente, riteniamo la segnalazione pretestuosa e finalizzata solo a gettare discredito alla nostra azienda”. Di fatto, secondo la famiglia, il loro caro estinto sarebbe rimasto almeno un paio d’ore nel deposito/magazzino del reparto, tra scaffali e scatoloni contenenti materiali di servizio. Ed è proprio il figlio dell’imprenditore scomparso a denunciare la singolare vicenda. Maria Casula