Lodi, arrestato il sindaco Simone Uggetti
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- 03 maggio 2016 Altri Comuni Area Malpensa
COMUNICATO STAMPA Il Sindaco Simone Uggetti e l’Avv. Cristiano Marini questa mattina sono stati sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere in esecuzione dell’ordinanza del GIP presso il Tribunale di Lodi, a seguito di una turbata libertà degli incanti. In particolare, il Sindaco e l’Avvocato sono accusati di aver alterato il libero svolgimento della gara relativa all’affidamento in concessione del servizio di gestione delle piscine comunali scoperte Belgiardino e Attilio Conca...
COMUNICATO STAMPA Il Sindaco Simone Uggetti e l’Avv. Cristiano Marini questa mattina sono stati sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere in esecuzione dell’ordinanza del GIP presso il Tribunale di Lodi, a seguito di una turbata libertà degli incanti. In particolare, il Sindaco e l’Avvocato sono accusati di aver alterato il libero svolgimento della gara relativa all’affidamento in concessione del servizio di gestione delle piscine comunali scoperte Belgiardino e Attilio Concardi, sita in via Ferrabini. La turbativa si è realizzata attraverso il confezionamento del bando con l’espresso riconoscimento di punteggi che potessero in concreto favorire la società Sporting Lodi SSD, di cui Marini è consigliere, e garantirle il buon esito dell’appalto. La collusione tra il Sindaco e l’Avv. Marini era volta all’aggiudicazione del bando alla società Sporting Lodi, la quale recava dietro di sé la Wasken Boys, che avrebbe di fatto gestito il servizio con l’aggiudicataria, ma che si preferiva non far figurare in quanto più nota al pubblico e quindi suscettibile di attirare maggiori critiche e controlli. Il risultato dell’accordo fraudolento, realizzatosi nel corso dell’intera procedura di gara, come monitorata dalla Procura e dalla Guardia di Finanza, è stato l’allontanamento dei possibili concorrenti e l’aggiudicazione della stessa alla Sporting Lodi. Il GIP, su richiesta della Procura, ha ritenuto di applicare la custodia in carcere per il pericolo di reiterazione del reato, ma soprattutto per l’alto rischio di inquinamento probatorio, stanti le condotte già poste in essere dagli indagati, che hanno tentato –in alcuni casi anche con successo- di occultare prove indispensabili per la ricostruzione dei fatti. Non ultima fra queste condotte, deve segnalarsi la formattazione effettuata sui computer e altri supporti informatici a loro in uso. Sono tuttora in corso ulteriori indagini al fine di meglio appurare quanto già emerso e di cristallizzare le prove raccolte. Sala Stampa GDF