Centrale dei veleni a Genova: lettera aperta al Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda

Centrale dei veleni a Genova: lettera aperta al Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda                               Genova, 16 aprile 2016   Questa lettera, Ministro, inizia con la breve parola che per prima è proferita da chi è colpito da una grande ingiustizia, da un grande pericolo: no.     No, ministro. Quando Lei ha deciso di riaprire la vecc...

Centrale dei veleni a Genova: lettera aperta al Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda                               Genova, 16 aprile 2016   Questa lettera, Ministro, inizia con la breve parola che per prima è proferita da chi è colpito da una grande ingiustizia, da un grande pericolo: no.     No, ministro. Quando Lei ha deciso di riaprire la vecchia, obsoleta, pericolosa centrale a carbone di Genova Sampierdarena, a due passi da asili, scuole, ospedali, ricoveri per anziani, a due passi dal patrimonio artistico di una città antica, Lei non ha assunto una decisione saggia né umana. EveryOne Group insieme a WWF, Legambiente e alle persone di buona volontà che difendono la vita dell’ambiente, la salute dei piccoli, delle donne, dei malati, di tutti i cittadini genovesi, si stanno impegnando per portare in ogni sede nazionale e internazionale la voce di chi fra poco sarà costretto a inalare veleni tossici: mercurio, arsenico, polveri sottili e le micidiali polveri ultrasottili, che superano il filtro di polmoni e bronchi e si insinuano nel sangue, portando tumori, leucemia, malattie respiratorie e vascolari.    No, ministro, Lei ha abbandonato - penso in modo inconsapevole - la strada virtuosa prevista dal Suo mandato, che prevede il rispetto della salute dei cittadini e la difesa della  loro vita. Lei ha firmato un documento che rappresenta una condanna per tante persone: i piccoli, gli anziani, i più deboli. E ha deciso che a Genova si respiri veleno. Senza tener conto né della vita delle persone né di quella degli animali, a partire dai cani, che respireranno le polveri di cui il suolo sarà cosparso: polveri tossiche e patogene. Né dell’ecosistema, già provato da tante fonti di inquinamento. Né di amare l’arte e la Storia, il cui patrimonio a Genova è ricco, ma fragile: le sostanze acide e corrosive lo deturperanno ancora, in alcuni casi irrimediabilmente. Le Nazioni Unite indicano un’altra strada. L’Unione europea indica un’altra strada. L’Accordo di Parigi, sottoscritto anche dall’Italia, indica una strada diversa: rispettosa del pianeta e della vita.    No, ministro. Lei ci ha sconcertati, con una decisione lontana dall’impegno che la parte migliore del mondo si è assunto, quella parte di umanità che chiede benessere, pulizia e purezza. Quella parte di umanità che abbraccia i bimbi e gli altri esseri umani vulnerabili per proteggerli e non per stritolarli. Le chiediamo di non dare seguito a questa decisione contraria alla civiltà, alla solidarietà, al diritto alla salute per tutti. Lasci che la centrale dei veleni resti chiusa, non si faccia sedurre da altre ideologie, ma da quello che la coscienza e il cuore le suggeriscono e che non può essere - non lo crediamo e non crediamo Lei, intimamente, ne sia convinto - una grande, oscura, tossica nube di polvere.   Cordialità.   Roberto Malini - Copresidente di EveryOne Group