2 agosto 1980 ore 10 e 25

Quel sabato mattina alle 10 e 25 un boato e la stazione di bologna si è accartocciata portandosi via 85 persone innocenti che erano lì per caso, aspettando un treno, per andare in vacanza, per andare al lavoro o semplicemente perché passavano.

La strage di Bologna è stato uno degli atti terroristici più gravi del dopoguerra e probabilmente è stato uni degli ultimi atti di quella che è stata definita come la strategia della tensione.
Gli esecutori materiali furono processualmente individuati in alcuni militanti dell’estrema destra appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari: Valerio Fioravanti e Francesca Mambro condannati nel 1995 «come appartenenti alla banda armata che ha organizzato e realizzato l'attentato di Bologna» e per aver «fatto parte del gruppo che sicuramente quell'atto aveva organizzato», mentre nel 2007 si aggiunse anche la condanna di Luigi Ciavardini che all’epoca dei fatti era minorenne.
Su eventuali mandanti sono stati versati negli anni fiumi di inchiostro senza mai giungere a verità processuali, anche si parlato di “criminalità organizzata” e “servizi segreti deviati”.
Sulla vicenda si sono rovesciati depistaggi e bufale che dalla pista “neofascista” sono passati attraverso nomi come Licio Gelli, Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte e Francesco Pazienza.