17 giugno 1972: scandalo Watergate

Washington, Stati Uniti.

Nella notte del 17 giugno 1973 una guardia di sicurezza del Watergate Hotel notò e rimosse un pezzo di nastro sulla porta fra le scale ed il parcheggio sotterraneo. Successivamente ritrovò il nastro nella stessa posizione, insospettito, chiamò la polizia.

Quando arrivò sul luogo, la polizia trovò 7 uomini intenti a riparare delle microspie telefoniche che avevano posizionato tre settimane prima. 

Lo scandalo fu che questi uomini erano entrati nel quartier generale del Comitato nazionale democratico, incaricato dell’organizzazione della campagna elettorale del candidato democratico George Mc Govern, che nel novembre dello stesso anno perse le elezioni.

Solo successivamente si scoprì che alcuni degli uomini arrestati facevano parte del CREEP, il comitato elettorale dell’allora presidente Richard Nixon

Nel 1973 uno degli uomini confessò, durante il processo, che l’operazione Watergate era stata interamente organizzata dal CREEP.

L’operazione era una delle tante organizzate per scoprire informazioni da utilizzare contro McGovern. Gli uomini venivano chiamati “idraulici”, poiché dovevano reperire gli “sgocciolamenti”, ovvero le fughe di notizie.

Nel 1974 si videro le conseguenze disastrose di una politica di menzogne e sotterfugi, con le dimissioni del vice-presidente Agnew e le dimissioni dello stesso Nixon, convinto che la proposta di impeachment sarebbe giunta al fine ultimo.

Richard Nixon non fu l’unico dei tanti Presidenti statunitensi che agirono alle spalle dei cittadini e dello stesso entourage, ma di certo non fu in grado di gestire un Congresso a lui avverso.

Dal 1975 in poi, il suffisso “-gate” fu utilizzato per indicare le fughe di notizie e gli scandali che colpirono i Presidenti, a partire da Reagan (Irangate) fino ad arrivare a Trump (Russiagate). 


Davide Lo Prete