La quota complessiva del 2017 è già stata quasi raggiunta nei primi sette mesi, da gennaio a luglio sono 64 le società che “hanno portato i libri in tribunale”: è un fallimento per la provincia di Varese.
Le procedure aperte nel
corso dell’intero 2017 sono state 71 e i lievi accenni di ripresa dell’anno
scorso sono svaniti, il processo si è invertito, anche se forse non si toccherà
il record del 2014 quando le procedure furono 130 e i numeri precrisi con il
record del 2008, quando l’economia era al massimo e cominciava la grande crisi.
Dieci anni fa furono in tutto 31 le aziende che “portarono
i libri in tribunale” alla sezione fallimentare del tribunale di Varese, metà
di quelle dei primi 7mesi del 2018 e addirittura cento in meno di quelle del
2014.
Nonostante l’incremento delle pratiche da gestire la
scarsità di personale, la sezione
fallimentare di Varese mantiene ottimi standard sulla tempistica di gestione
delle procedure.
La riforma del sistema giudiziaria vorrebbe lo spostamento della sezione
fallimentare varesina a Monza e il presidente del tribunale di Varese Vito Paglionica
e i suoi collaboratori si oppongono con forza, sostenuti anche da tutta l’avvocatura del locale foro, a cominciare dal presidente
dell’ordine degli avvocati Sergio Martelli.
Il sostegno alla permanenza dello stato attuale trova
anche il sostegno dal territorio a cominciare dai sindaci e dai parlamentari
fino al Presidente della regione Attilio Fontana che è un avvocato varesino.
Buona parte delle aziende che chiudono nella zona di
competenza del tribunale di Varese chiudono, non per debiti, ma per la sopraggiunta
impossibilità di incassare i propri crediti.
Le ingiunzioni di pagamento e i precetti, fino ad arrivare alle procedure
fallimentari a garanzia dei creditori, impiegano anni a portare risarcimenti
nelle casse di chi ha prestato la propria opera alla società sull’orlo del
fallimento e lo spostamento della sezione fallimentare a Monza potrebbe creare
ulteriori difficoltà con il prolungamento dei tempi.