Il Campo dei Fiori ritornerà a fiorire

  ritornerà a fiorire. Ad ormai quasi un mese dagli incendi che ci tennero con gli occhi rivolti verso la sua cresta e a poche ore dalla Giornata Nazionale degli Alberi è arrivato il momento di fare chiarezza su quanto accaduto al nostro Campo de Fiori. “Visione magnifica! Al tramonto del sole si vedevano sette laghi. Credetemi si può percorrere tutta la Francia e la Germania, ma non si potranno mai provare simili sensazioni”, Henry Beyle – Stendhal, Roma, Napo...

  ritornerà a fiorire. Ad ormai quasi un mese dagli incendi che ci tennero con gli occhi rivolti verso la sua cresta e a poche ore dalla Giornata Nazionale degli Alberi è arrivato il momento di fare chiarezza su quanto accaduto al nostro Campo de Fiori. “Visione magnifica! Al tramonto del sole si vedevano sette laghi. Credetemi si può percorrere tutta la Francia e la Germania, ma non si potranno mai provare simili sensazioni”, Henry Beyle – Stendhal, Roma, Napoli e Firenze, 1817 Dopo questa “storica citazione che potrebbe sembrare perfino banale in qunto è certo che il nostro territorio è proprio bello, chissà quante volte ce lo siamo ripetuti guardando verso il basso dalla cima del nostro Campo, magari dopo averla faticosamente conquistata a piedi, di corsa, in bici o anche in sella alla nostra moto. La frase più semplice ma nello stesso tempo più genuina e sentita ci lega ad essa, alla sua linea dolce che corre lungo il tramonto e al nostro territorio perché, quando si ama, non servono troppi giri di parole, ciò che conta è l’emozione che accompagna simili pensieri. Quando, sul finire di ottobre, siamo stati costretti a guardare increduli le fiamme che avvolgevano il nostro Monte e le scure colonne di fumo allungarsi verso il cielo, ci siamo resi conto dell’importanza del luogo e del fatto che con quegli alberi, stava bruciando anche una parte di noi. Secondo il punto di vista, molto positivo, del Presidente onorario del Wwf Italia, Fulco Pratesi, il fuoco può fare danni diversi a seconda dell’ambiente interessato. La macchia mediterranea, ad esempio, oggi quasi completamente distrutta, dopo una decina d’anni piano piano si ricostituisce, mentre la situazione è molto più difficile quando vengono colpite aree come quelle di Campo dei Fiori, dove alberi come abeti e faggi sono più lenti a riprendersi. Unico dato positivo in merito all’incendio, è il fatto che sembrerebbe, grazie al sottobosco ricco della montagna si sia in qualche modo limitato i danni, proteggendo le piante sul suolo. Anche Vincenzo Di Michele, responsabile del settore educazione ambientale della Lipu di Varese, dopo aver visitato le aree incendiate ci ha riportato un quadro abbastanza positivo. Tra la fauna maggiormente colpita troviamo i piccoli mammiferi, i rettili gli anfibi e gli insetti. Le volpi, i tassi e gli uccelli, se non intontiti dalle esalazioni fumose, potrebbero aver trovato la salvezza scappando prima che le fiamme avvolgevano totalmente il posto oppure nascondendosi furbescamente in una tana scavata nel terreno che avrebbe svolto la funzione isolante e protettiva verso gli animali. A noi varesini, figli prediletti di questa grande montagna protettrice delle nostre frenetiche esistenze, non resta che attendere i tiepidi raggi primaverili i quali, penetrando tra l’intricato intreccio di rami e trochi, potrebbero rivelare, sotto il carbonioso ricordo del fuoco, il timido affacciarsi alla vita di una nuova generazione arborea che, si spera, potrà, con il proprio esempio, educare alla bellezza la nostra discendenza per tutti gli anni ancora da venire.     Simone Fergnani