proposta per il Presidente del Consiglio- Convocazione dell’Assemblea Costituente..
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- 23 dicembre 2016 Senza categoria
Al Sig.Presidente del Consiglio
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Al Sig.Presidente del Consiglio
On Silvio Berlusconi
Palazzo Chigi- Piazza Colonna 370
00187-ROMA
Venezia, 19 Dicembre 2010
Oggetto: una proposta per il Presidente del Consiglio- Convocazione dell’Assemblea Costituente.. Egr. Sig. Presidente, mi permetto manifestarle, da “vecchio DC non pentito”, alcune idee che potrebbero risultare utili per Lei e, soprattutto, per la governabilità del Paese. Il 14 Dicembre, per tre voti, Lei è riuscito a superare lo scoglio della sfiducia alla Camera, un passaggio decisivo per le sorti del suo governo e, soprattutto, per gli equilibri politici dell’Italia e della sua capacità di tenuta a livello internazionale,. Merito della sua determinazione a tenere duro e giusta sconfitta di un’azione irresponsabile, soprattutto per quei transfughi del Pdl senza futuro e assai poca libertà. Contro di lei opera da oltre diciassette anni una parte della magistratura militante che, dopo l’avvenuta improvvida eliminazione dell’immunità parlamentare, si trova in una situazione di diritto e di fatto, di un ordine autonomo, autoreferenziale, irresponsabile e con un potere incontrollato e incontrollabile, garantito dalla possibilità, con una semplice incriminazione, di far saltare ministri e governi legittimamente votati dal parlamento espressione della volontà popolare. Si aggiunga l’azione di ben noti ambienti economici e finanziari interni e internazionali contrari all’equilibrio espresso dalla maggioranza Pdl-Lega che, oltre al governo nazionale, è alla guida di molte regioni italiane, tra cui, quelle che concorrono significativamente a tenere in piedi il sistema Italia: Piemonte,Lombardia e Veneto. Una Costituzione rigida, come quella italiana del ’48, senza una forte condivisione parlamentare non è riformabile per via legislativa. Il fallimento di tre bicamerali sta lì a dimostrarlo. E si sa che le Costituzioni nascono e si modificano per via legislativa solo a seguito di ampie condivisioni sociali, politiche e parlamentari, oppure per via violenta e per strappi laceranti della storia di un Paese. Dopo il voto del 14 dicembre l’Italia si trova a questo bivio: non si tratta solo di cambiare la legge elettorale, obiettivo già di per sé difficilmente perseguibile con l’attuale profonda divaricazione di obiettivi e di frammentazione politica, ma di far corrispondere la Costituzione del 1948 alle nuove esigenze che, in termini di efficienza, rapidità di decisione, equilibrio dei poteri e dei rapporti tra Europa, Stato, Regioni e sistema degli enti locali, la nuova realtà richiede. La sua maggioranza potrebbe anche sopravvivere, magari facendo dimettere l’ampia squadra di ministri e sottosegretari parlamentari con i sostituti primi non eletti, garantendosi la partecipazione ai lavori parlamentari di coloro che sarebbero liberi dagli impegni quotidiani dell’azione di governo. Oppure tentando Lei di convincere altri dieci, quindici parlamentari a rientrare nel Pdl o a seguirla per rafforzare la maggioranza in seno alla Camera dei deputati. Tutte manovre tattiche, certamente doverose nel breve periodo, ma di corto respiro strategico. In realtà caro Presidente, dopo quanto Lei ha già compiuto di straordinario in questa lunga e complessa fase di transizione dal 1994 al 2010, unico caso nella storia delle democrazie occidentali di un leader che si presenta cinque volte al vaglio elettorale, vincendo tre volte, e perdendo nelle rimanenti due ( l’ultima assai contestata quanto all’effettivo conteggio dei voti) ciò che adesso Le si richiede é la capacità di transitare finalmente e definitivamente il Paese verso la Nuova Repubblica. E per far ciò, se non si persegue il disegno assai rischioso per tutti di elezioni anticipate, dovrebbe proporre a tutte le forze politiche l’indizione di elezioni con metodo proporzionale di
un’Assemblea Costituente che dovrà approvare, con successiva verifica referendaria, una nuova Costituzione, entro il termine di questa legislatura. In cambio Le dovrà essere data garanzia di portare a termine questa stessa legislatura per la quale Le è stato affidato il compito di guidare il governo, approvando quelle leggi senza rilievo costituzionale che sono indispensabili per il bene del Paese. La Chiesa italiana, come già fece nel 1948, con gli interventi ripetuti del suo presidente, card Bagnasco, ha dimostrato in questi giorni di essere tra le poche, se non l’unica istituzione, che ha ben chiaro ciò che sta succedendo. Presidente adoperi il suo riconosciuto coraggio per proporre l’Assemblea Costituente a tutti i partiti presenti in Parlamento e troverà sicuramente su di essa un’ampia maggioranza. Alla fine sapremo finalmente e con chiarezza quale assetto istituzionale si vuol dare al Paese e Lei stesso passerà alla storia italiana, non solo come colui che impedì alla “gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto di trionfare nel 1994, e che permise il recupero alla democrazia dei vecchi missini e l’inserimento pieno della Lega nella gestione del potere dello Stato, ma come l’artefice del cambiamento democratico della Costituzione legale e materiale dell’Italia e il politico che seppe favorire una grande speranza di rinascita. Il suo nome, a quel punto, sarà segnato a caratteri indelebili nella storia del nostro Paese. Noi, intanto, continueremo, come da diverso tempo stiamo facendo, nella nostra azione tesa a concorrere alla costruzione della sezione italiana del PPE, con quanti, ispirati dai valori del popolarismo sturziano e degasperiano, coerenti con gli orientamenti pastorali dell’enciclica “Charitas in veritate”, intendono sostenere, a livello politico, coloro che, come Lei e il Pdl, si schierano in difesa dei valori non negoziabili del diritto alla vita, della libertà scolastica ed educativa e per la centralità della famiglia fondata sull’unione di un uomo e di una donna. Un’ultima riflessione sul Pdl: lo aiuti a diventare un partito con democrazia interna ed elezione diretta dei suoi rappresentanti, la sezione del PPE che riaggreghi la stragrande maggioranza di coloro che s’ispirano ad autentici valori umani e cristiani. Con gli auguri a Lei e alla Sua famiglia di un Santo Natale e per un 2011 più sereno di questo travagliato fine anno, La saluto cordialmente. Ettore Bonalberti