GDF PESARO:OPERAZIONE “ULTIMA SPIAGGIA”, ARRESTATO IMPRENDITORE FANESE PER BANCAROTTA DI OLTRE 6 MLN
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- 26 maggio 2016 Senza categoria
GDF PESARO:OPERAZIONE “ULTIMA SPIAGGIA”, ARRESTATO IMPRENDITORE FANESE PER BANCAROTTA DI OLTRE 6 MLN Data: 25/05/2016 La Guardia di Finanza di Pesaro stamane ha tratto in arresto S.C. di 48 anni, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Pesaro, per reati di bancarotta fraudolenta. S.C. è un noto imprenditore fanese titolare di numerose società operanti nel settore della pubblicità, dei call center, della ristorazione e della gestione di s...
GDF PESARO:OPERAZIONE “ULTIMA SPIAGGIA”, ARRESTATO IMPRENDITORE FANESE PER BANCAROTTA DI OLTRE 6 MLN
Data: 25/05/2016
La Guardia di Finanza di Pesaro stamane ha tratto in arresto S.C. di 48 anni, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Pesaro, per reati di bancarotta fraudolenta. S.C. è un noto imprenditore fanese titolare di numerose società operanti nel settore della pubblicità, dei call center, della ristorazione e della gestione di spiagge in Fano e Senigallia. Le complesse indagini, sviluppate sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Pesaro ed eseguite dal Nucleo di Polizia Tributaria di Pesaro, sono iniziate nel corso del 2015 esaminando le vicende di due aziende di pubblicità che si occupavano anche della vendita a primarie società di servizi (per la fornitura di energia elettrica, gas, telefonia) di liste di nominativi da contattare tramite call center. Le due aziende sono state dichiarate fallite nel luglio 2013 dal Tribunale di Milano e nel luglio 2015 dal Tribunale Pesaro. Dall’esame delle procedure fallimentari è emerso che S.C., pur non apparendo nelle compagini societarie delle aziende fallite, di fatto ne era l’amministratore, gestendo la contabilità e i rapporti con le banche. In tale veste aveva nascosto alla curatela la contabilità delle società rendendo così difficile la ricostruzione del patrimonio societario ed occultando, con continui prelievi di denaro dai conti correnti, somme per oltre 6,3 milioni di euro in un arco di tempo di circa 3 anni. Come ricostruito dalle indagini patrimoniali della Guardia di Finanza, che hanno interessato un gruppo di ben 18 società tutte riconducibili, a vario titolo, sempre a S.C., i prelievi di denaro sono stati dirottati, in gran parte, su conti correnti personali dell’arrestato ed utilizzati per mantenere un elevato tenore di vita con abitazioni in famose località turistiche, frequentazione di ristoranti di lusso e la residenza in uno dei più noti palazzi storici del centro di Fano (PU). Una parte delle distrazioni è stata utilizzata per finanziare nuove società (call center per attività di vendita di energia elettrica e gas). Tra gli artifici finalizzati a confondere eventuali azioni di controllo, è stato individuato il costante utilizzo di denominazioni simili tra le varie aziende costituite e, poi, fallite nel tempo. Prima della decozione, le sedi delle società venivano trasferite in altre province, mutando altresì l’amministratore, un mero prestanome – nullatenente – che acquisiva anche le quote societarie. Oltre all’arresto di S.C., e la denuncia di ulteriori 16 soggetti, la Guardia di Finanza di Pesaro ha proceduto alla perquisizione di n. 20 società operanti in Fano (PU), Senigallia (AN), Rimini, Padova, Milano e Sant’Angelo in Vado (PU), nonché le abitazioni dei soggetti coinvolti nell’indagine, sequestrando documentazione contabile, bancaria e informatica che sarà oggetto di ulteriore analisi. L'attività investigativa effettuata costituisce una linea d'azione fondamentale nell'ambito delle funzioni di polizia economico-finanziaria del Corpo, finalizzata alla tutela di chi opera nella legalità per garantire condizioni di equità e trasparenza. Con l’operazione “Ultima spiaggia” la Guardia di Finanza di Pesaro ha tratto in arresto un imprenditore che con spiccata capacità criminale e totale assenza di scrupoli, ha attuato la condotta di bancarotta esclusivamente per fini di lucro e per perseguire vantaggi personali, lasciando senza lavoro decine di ignari dipendenti. Le indagini hanno poi svelato un’ulteriore e distinta frode processuale perpetrata nei confronti della Commissione Tributaria Provinciale di Ancona. La bancarotta perpetrata con lo svuotamento del patrimonio delle società, con il conseguente accumulo di debiti e inadempimenti alle obbligazioni assunte nei confronti di fornitori e clienti, desta un particolare allarme sociale soprattutto nell’attuale contesto storico ed economico già connotato da una generale situazione di crisi economica, perché capace di pregiudicare, anche gravemente, l’attività di piccole imprese che costituiscono una delle principali risorse dell’economia del territorio della provincia di Pesaro-Urbino e che fanno affidamento sulla lealtà e correttezza del singolo imprenditore.