Vandalismo neo nazista o messa in scena con la finalità di screditare Matteo Salvini? Sotto “lesbicche” spunta “Allah”

Sorge più di un dubbio sulla matrice razzista e xenofoba del raid alla “Scuola di cultura popolare”, avvenuto la notte del 15 settembre, in via Bramantino a Milano.

Che l’ortografia non sia di casa in molte delle abitazioni italiane è un dato di fatto, che il vandalismo sia una piaga che coinvolge anche gli estremismi politici, anche. È pure possibile che qualche simpatizzante dell’ideologia nazista non conosca il verso giusto dello svastica e che, nel 2018, qualche italiano non sappia scrivere la parola “lesbica”, considerando tuttavia che ognuno di noi passa, in media, circa 15 minuti al giorno su youporn. Quello che appare davvero insolito, rispetto al tenore delle scritte, è appena sotto l’errata grafia di lesbiche: la parola “Allah”, visibile ad un occhio attento, tratteggiata con la medesima vernice rossa degli svastica e di “W Salvini”, che fa da cornice ad un blitz, che si fa, di ora in ora, di significato sempre meno scontato. Che sia stato opera di vandali nazi-islamo-leghisti con una pessima conoscenza della grammatica italiana ma un buon arabo o, più probabilmente, un atto criminale di chi ha tutto l’interesse a fomentare odio nei confronti del Ministro dell’Interno? Ai magistrati l’ardua sentenza.

Giulio Maria Grisotto