Nuovi scenari dopo il voto del referendum

Nuovi scenari  dopo il voto del referendum
  Scrive Mauro Mellini nella sua “
Renzeide”:   DUE STRADE PAR CHE S’APRANO PER RENZI L’IMBROGLIONE: FARSI METTERE ALL’ANGOLO OPPURE LA SCISSIONE   Effettivamente, al punto in cui si sono mese le cose in casa del PD, la prospettiva di una scissione di quel partito non è più una semplice ipotesi, magari riconducibile a quella sin qui assai modesta consumata dallo strappo di Beppe Civati....

Nuovi scenari  dopo il voto del referendum   Scrive Mauro Mellini nella sua “ Renzeide”:   DUE STRADE PAR CHE S’APRANO PER RENZI L’IMBROGLIONE: FARSI METTERE ALL’ANGOLO OPPURE LA SCISSIONE   Effettivamente, al punto in cui si sono mese le cose in casa del PD, la prospettiva di una scissione di quel partito non è più una semplice ipotesi, magari riconducibile a quella sin qui assai modesta consumata dallo strappo di Beppe Civati.   Se al referendum del 4 Dicembre vincesse il SI, l’entrata del gruppo Verdini al governo sarebbe la naturale conseguenza politica di quel voto;  premessa per l’avvio di quel Partito della Nazione che trova tra i suoi sostenitori il “Pierfurby nazionale”, campione di tutti i corsi e ricorsi della politica: Pierferdinando Casini, capace persino di rompere ciò che resta della sua UDC e in netta alternativa a tutti i popolari ed ex DC finalmente riuniti nel comitato popolare per il NO presieduto dall’On Giuseppe  Gargani.   E così una delle figure più " controverse " del panorama politico italiano, quella di Denis Verdini,  che per di più ha appena concluso un'alleanza con Zanetti, che frutterà ai due un extra finanziamento di oltre 800.000 euro per il nuovo gruppo parlamentare, entrerebbe a pieno titolo nella maggioranza di governo. La sublimazione del valore del trasformismo politico a suggello di quella fase oscura della vita politica italiana avviata dal “golpe blanco” di Napolitano nel Novembre 2011, in piena sintonia con la volontà dei poteri forti finanziari  internazionali.   Sull’avvenuta formazione del gruppo parlamentare Maie-Ala è intervenuto, prima con una mozione alla Camera e poi con una lettera a Laura Boldrini,  proprio l’On Pippo Civati, denunciando la deroga concessa dalla Presidenza della Camera per la creazione del gruppo Maie-Ala di Verdini e Zanetti. Civati sostiene che “ non dovrebbe essere concesso a Renzi di usare il pallottoliere e stravolgere le regole “per rafforzare la sua maggioranza”.   D’altronde, non è proprio grazie al gruppo dei transumanti del trasformismo parlamentare guidato da Verdini, che ha potuto contare Renzi al Senato per far passare tutte le decisioni del governo, compreso lo stravolgimento della Carta Costituzionale con il suo progetto di riforma-deforma su cui voteremo il 4 dicembre prossimo?   Con  l’ingresso ufficiale  e formale di Verdini nella maggioranza renziana, ossia di un parlamentare “  condannato per corruzione” ( questo sarebbe il prezzo politico da pagare ai neo centristi e civici d’antan) è prevedibile che, se non accadrà già prima, per la divisione tra i PD nel voto al referendum, subito dopo quel voto, un terremoto politico si verificherà non solo in quel partito, ma nell’intero sistema politico italiano.   E a quel punto la presunta maggiore governabilità assicurata dalla deforma renziana, promessa già menzognera, se solo si desse corretta e assai difficile interpretazione all’astruso rebus dell’art 70 nella nuova vulgata etrusca della Carta, diventerebbe una fantasiosa chimera.   Si sostiene, non senza fondamento, che sul fronte del centro-destra non sarebbe pronta un’alternativa credibile alla leadership renziana. Triste destino per quel popolo e quello Stato che fosse privo di alternative  a “ un uomo solo al comando”! Credo, invece, che, come  sempre è avvenuto, una soluzione politico istituzionale si troverà coinvolgendo innanzi tutto le componenti che già si sono schierate per la difesa della Costituzione e per il NO al  voto di Dicembre.   Bisognerà partire proprio da quell’unità di intenti ritrovata tra diverse culture politiche, per concorrere a costruire il nuovo scenario politico italiano, che assuma come elemento qualificante: l’attuazione finalmente concreta e integrale di quanto indicato nella nostra Costituzione.   Questo è l’obiettivo che ci poniamo  come Confederazione Sovranità popolare, cui abbiamo aderito e partecipiamo nel consiglio direttivo, e che perseguiremo dopo la vittoria del NO al referendum del 4 Dicembre.   Ettore Bonalberti www.alefpopolaritaliani.it www.insiemeweb.net www.don-chisciotte.net Venezia, 16 Ottobre 2016