L'indipendenza scozzese: solo una questione di tempo

La prima ministra scozzese, Nicola Sturgeon, ha annunciato ieri l'intenzione di tenere un secondo referendum sull'indipendenza dal Regno Unito, tra l'autunno del 2018 e la primavera del 2019, quando si saranno meglio comprese tutte le conseguenze ed i termini della Brexit. L'altra volta in cui il popolo scozzese fu chiamato a rispondere alla fatidica domanda: «Should Scotland be an independent country?», il 53% dei votanti rispose «No». Era il 18 settembre 2014. La campagna degli unionisti ve...

La prima ministra scozzese, Nicola Sturgeon, ha annunciato ieri l'intenzione di tenere un secondo referendum sull'indipendenza dal Regno Unito, tra l'autunno del 2018 e la primavera del 2019, quando si saranno meglio comprese tutte le conseguenze ed i termini della Brexit. L'altra volta in cui il popolo scozzese fu chiamato a rispondere alla fatidica domanda: «Should Scotland be an independent country?», il 53% dei votanti rispose «No». Era il 18 settembre 2014. La campagna degli unionisti venne portata avanti da un movimento che si chiamava "Better together", "Meglio insieme", ma forse non è stato poi così vero. Le condizioni speciali che sarebbero dovute arrivare non sono arrivate: la Gran Bretagna ha sempre fermato ogni richiesta di Edimburgo con intransigenza, la stessa con cui oggi il primo ministro inglese, Teresa May, ha bollato l'intenzione dell'altra dama di ferro, Nicola: «La politica non è un gioco». alt È una rivalità antica, che vede solo falsamente sullo sfondo la permanenza nella UE, dal momento che seppure al referendum sulla Brexit la maggioranza degli scozzesi votò per rimanere nell'Unione, è pur vero che i vertici europei hanno già fatto sapere che in caso di separazione dal Regno Unito, la Scozia non verrebbe automaticamente ammessa a farne parte ma dovrebbe iniziare daccapo l'iter di ammissione. Però Nicola questa cosa la dice, lo dice che: «Quando abbiamo votato due anni e mezzo fa non sapevamo che rimanere nel Regno Unito significasse uscire dalla UE». Ma la dice per le telecamere, per i giornalisti, lo dice per dare in pasto qualche corbelleria utile a discutere per ore in qualche talk show. La verità è che Nicola è leader del Partito Nazionale Scozzese, che è un partito indipendentista, un partito che rivendica la sovranità della Scozia dal 1934, allorché si formò dalla fusione del National Party of Scotland e dello Scottish Party. Alle ultime elezioni generali nel Regno Unito nel 2015 il partito della Sturgeon conquistò 56 dei 59 seggi in quota scozzese a Westminster. Gli scozzesi non sono mai stati latinizzati né invasi da anglosassoni e normanni: sono sempre rimasti e sono ancora un popolo celtico. Il loro eroe nazionale, William Wallace, Bravehart, è diventato tale per aver sconfitto gli inglesi, quelli che ora dicono a Nicola di non giocare. Ma Nicola non gioca, E la storia è dalla sua parte. A presto. Edoardo Varini (14/03/2017)