CARCERI, SAPPE: “A MONZA DETENUTO NORDAFRICANO MUORE IN CELLA INALANDO GAS
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- 28 agosto 2017 Lombardia
CARCERI, SAPPE: “A MONZA DETENUTO NORDAFRICANO MUORE IN CELLA INALANDO GAS: E’ SUICIDIO? SITUAZIONE ALLARMANTE NEI PENITENZIARI. INTERVENGA IL ORLANDO” La forte denuncia del sindacato Sappe mette in luce antiche carenze strutturali ma anche di organici all'interno delle carceri italiane. Lo spunto per l'ennesima denuncia deriva dal detenuto morto a Monza E’ un detenuto nordafricano di 28 anni, di nazionalità marocchina, imputato per reati di droga e ristretto nella V...
CARCERI, SAPPE: “A MONZA DETENUTO NORDAFRICANO MUORE IN CELLA INALANDO GAS: E’ SUICIDIO? SITUAZIONE ALLARMANTE NEI PENITENZIARI. INTERVENGA IL ORLANDO” La forte denuncia del sindacato Sappe mette in luce antiche carenze strutturali ma anche di organici all'interno delle carceri italiane. Lo spunto per l'ennesima denuncia deriva dal detenuto morto a Monza E’ un detenuto nordafricano di 28 anni, di nazionalità marocchina, imputato per reati di droga e ristretto nella V Sezione detentiva del
carcere di Monza l’ennesimo morto in un carcere italiano. Ne da notizia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri.
“L’uomo è morto nella tarda serata di ieri dopo avere inalato in cella il gas della bomboletta che legittimamente i detenuti posseggono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande. Non è ancora chiaro se si tratta di suicidio o le conseguenze di uno “sballo” finito male, gli accertamenti sono in corso. Polizia penitenziaria di servizio e personale sanitario sono tempestivamente intervenuti ed hanno portato l’uomo in ospedale, ma è purtroppo morto. Certo, la morte del detenuto di Monza riporta drammaticamente d’attualità la grave situazione penitenziaria, specie nel carcere vogherese dove i poliziotti penitenziari lavorano sotto organico e ricoprendo più posti di servizio contemporaneamente. E’ quello che sostiene
vice segretario regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri. “
Un detenuto che muore o che, peggio, si toglie la vita in carcere è una sconfitta dello Stato e dell’intera comunità”, commenta il Segretario Generale SAPPE Donato Capece
. “Il suicidio costituisce solo un aspetto di quella più ampia e complessa crisi di identità che il carcere determina, alterando i rapporti e le relazioni, disgregando le prospettive esistenziali, affievolendo progetti e speranze. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 21mila tentati suicidi ed impedito che quasi 168mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze. Il SAPPE torna a chiedere l’intervento del
Ministro della Giustizia Andrea Orlando
per affrontare la questione penitenziaria, in particolare quella di Monza che per il SAPPE rimane un’emergenza: “
“Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto, sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere”, conclude. Una riforma, quella di Andrea Orlando, che non piace al sindacato autonomo che ne spiega dati alla mano, il malfunzionamento. “
Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Basti pensare che solamente nei primi sei del 2017 ci sono stati nelle carceri italiane 22 suicidi di detenuti, 567 tentati suicidi, 4.310 atti di autolesionismo, 3.562 colluttazioni e 541 ferimenti.
Questo a testimoniare la tensione che continua a caratterizzare le carceri, al di là di ogni buona intenzione. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, ben 8mila in meno rispetto all’organico previsto, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. ”. Giuseppe Criseo Varese Press