PAPPALARDO, IL GENERALE DEI FORCONI IN PROTESTA

"Sospesa la democrazia nel nostro Paese,i Forconi denunciano questa classe dirigente politica per abusi di potere e il P.M di Latina invia tramite la Digos le perquisizioni a casa dei nostri combattenti. Nessun testo alternativo automatico disponibile." Le dichiarazioni sopra sono del Generale Antonio Pappalardo leader del movimento dei Forconi, un movimento che inquieta i partiti tradizionali. Oggi sì è verificato un sequestro anomalo. Roma, (askanews) – Perquisizioni domiciliari della poliz...

"Sospesa la democrazia nel nostro Paese,i Forconi denunciano questa classe dirigente politica per abusi di potere e il P.M di Latina invia tramite la Digos le perquisizioni a casa dei nostri combattenti. Nessun testo alternativo automatico disponibile." Le dichiarazioni sopra sono del Generale Antonio Pappalardo leader del movimento dei Forconi, un movimento che inquieta i partiti tradizionali. Oggi sì è verificato un sequestro anomalo. Roma, (askanews) – Perquisizioni domiciliari della polizia in tutta Italia nei confronti di leader ed esponenti del movimento “9 Dicembre – Forconi”. Un’operazione condotta dalla Digos di Latina, in collaborazione con quelle di Ascoli, Campobasso, Como, Firenze, Roma, Taranto, Treviso e il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Destinatari delle perquisizioni sono 18 persone appartenenti o vicine al movimento, che nei mesi scorsi avrebbero manifestato l’intenzione di mettere in atto una serie di azioni criminose finalizzate, in particolare, a dare esecuzione al cosiddetto “Ordine di cattura popolare”: un documento di 19 pagine, redatto da alcuni tra gli indagati, con cui si incitano i cittadini ad “arrestare” tutti i parlamentari, gli esponenti del governo e il presidente della Repubblica. Lo scorso dicembre, a Roma, nei pressi di Montecitorio, un gruppo di aderenti al movimento aggredì l’ex parlamentare Osvaldo Napoli per eseguire il “primo arresto popolare di un politico”. L’intervento tempestivo di polizia e carabinieri scongiurò conseguenze peggiori e permise di identificare e denunciare 14 persone. Nel corso delle indagini, secondo gli inquirenti, i 18 indagati si sarebbero messi in evidenza anche per aver postato sui social network proclami di rivolta sociale e per aver partecipato a iniziative di piazza illegali, come il tentativo di “arresto” a Roma.