Il Coisp ribatte sui numeri identificativi per i Poliziotti

COMUNICATO STAMPA DEL 11 MARZO 2017 Oggetto: Il Coisp dopo l’emendamento dei Grillini per prevedere i numeri identificativi per gli AgentiI: “Mai prima che si pensi come identificare ogni partecipante a manifestazioni, cortei e proteste…..” “Numeri identificativi per i Poliziotti? E perché no… ma mai prima che entri in funzione un meccanismo tale per cui si riesca a dare un numero identificativo ad ogni singolo partecipante a cortei, manifestazioni, proteste, tifoseria sportiva e così via. Ma...

COMUNICATO STAMPA DEL 11 MARZO 2017 Oggetto: Il Coisp dopo l’emendamento dei Grillini per prevedere i numeri identificativi per gli AgentiI: “Mai prima che si pensi come identificare ogni partecipante a manifestazioni, cortei e proteste…..” “Numeri identificativi per i Poliziotti? E perché no… ma mai prima che entri in funzione un meccanismo tale per cui si riesca a dare un numero identificativo ad ogni singolo partecipante a cortei, manifestazioni, proteste, tifoseria sportiva e così via. Mai, inoltre, prima che si riesca a vedere una qualche significativa e concreta risposta dello Stato contro chi aggredisce in qualsiasi maniera gli Operatori del Comparto Sicurezza. Mai finché avremo giudici che non concedono gli arresti a delinquenti che ci attaccano in strada perché sono ‘giovani, incensurati, e motivati dalle proprie convinzioni’. Non siamo qui a fare la parte dei manzi da portare al macello. Siamo Servitori e non servi! Qui se c’è qualcuno che ha bisogno di essere tutelato dalla violenza insensata e dalla tortura di prepotenti patentati, quelli sono proprio gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine”. Duro intervento di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo la notizia che il Movimento 5 Stelle ha presentato alla Camera un emendamento al testo del decreto legge sulla sicurezza urbana per identificare gli Agenti impegnati durante le manifestazioni. I Grillini hanno chiesto di inserire una modifica alla legge voluta dal ministro dell'Interno Marco Minniti,ed approvata lo scorso 20 gennaio, che è in discussione in Commissione Affari Costituzionali, in cui è previsto che sulla divisa delle Forze dell'Ordine venga “apposto un codice identificativo univoco di squadra” che sia visibile “a distanza di almeno 15 metri ed anche in condizioni di scarsa visibilità”. “Pensare o assecondare l’equivoco che si debba difendere i cittadini da noi, fa veramente cadere le braccia - insiste Maccari -. Non capire o fingere di non vedere che in Italia le Forze dell’Ordine sono quasi inermi di fronte alla violenza delle piazze è da irresponsabili. Nel contesto sociale che l’Italia vive, di continua caccia alle streghe contro di noi e di campagne d’odio che spingono per una criminalizzazione senza via di scampo delle Forze dell’Ordine, in un clima di quasi assoluta impunità dei veri delinquenti e di pene che non conoscono alcuna seria certezza, e soprattutto in un sistema che non garantisce gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine sotto tutti i profili, senza protocolli operativi adeguati, senza tutela legale, economica, sanitaria, e senza numeri, mezzi e neppure l’età adatta per gli uomini in servizio, dovremmo anche sottoporci alla marchiatura che significa metterci un bersaglio ancora più grande sul petto? Ma si può saperequand’è che davvero alcuni si sono convinti che persona in divisa voglia dire cretino?”.