Crisi e nuovi stili di vita. Micro appartamenti perchè si è sempre più soli

COMUNICATO STAMPA Neanche la crisi permanente è bastata per portare a condizioni più “praticabili” i prezzi del mercato immobiliare che al netto di inevitabili ribassi sono tuttavia rimasti proibitivi per gran parte degli italiani. A ciò si unisca il cambiamento degli stili di vita con molte più persone che o per scelta o perchè rimaste senza nessuno, vivono da sole. E così prende sempre più piede la tendenza nel mercato immobiliare dei microappartamenti: ma al momento sono s...

COMUNICATO STAMPA

Neanche la crisi permanente è bastata per portare a condizioni più “praticabili” i prezzi del mercato immobiliare che al netto di inevitabili ribassi sono tuttavia rimasti proibitivi per gran parte degli italiani. A ciò si unisca il cambiamento degli stili di vita con molte più persone che o per scelta o perchè rimaste senza nessuno, vivono da sole. E così prende sempre più piede la tendenza nel mercato immobiliare dei microappartamenti: ma al momento sono solo il 18%, la metà di quella che sarebbe la domanda attuale. Le ragioni sono le più disparate, dicevamo: si vive soli per scelta, per lavoro, perché si è troppo giovani o all'opposto troppo vecchi, senza famiglia o senza più moglie o marito. Oppure perché una casa per due ormai è diventata proibitiva. Così, il futuro dell'immobiliare è sempre più dei micro appartamenti: appena il 18% del totale di mercato, oggi, a fronte di una domanda del 35%. Venti metri quadrati - e anche meno - Venti, trenta metri quadrati al massimo, ma in alcuni casi anche parecchi di meno; arredamento funzionale, già predisposto per un locatario che vive all'insegna del minimalismo e degli "angoli": cottura, bagno, living, notte. L'edilizia l'ha compreso da tempo: l'incremento del numero di superfici ridotte a uso singolo è progressivo dal 2000, +11%, ma ancora insufficiente. Una tendenza preoccupante, tuttavia, per Giovanni D'Agata, presidente dello “”, che evidenzia come si stia perdendo il concetto di vivere in comune con tutte le conseguenze psicosociologiche che si possono immaginare. Lecce, 16 marzo 2017                                                                                                                                                                                        Giovanni D’AGATA