Elisabetta Aldrovandi.Uccidersi per un debito

Perdere tutto. Uccidersi per un debito. Uccidersi per la vergogna e la disperazione di non pagare ciò che, spesso per motivi indipendenti dalla propria volontà, non si riesce a pagare. Arrivare a un punto di non ritorno, e vedere la morte come l'unica via di fuga, come la fine di un dolore attanagliante e senza guarigione. Come sia possibile che un debito porti a tutto ciò, sembra inspiegabile. Eppure, quando quel debito ha conseguenze devastanti, perché porta via il frutto di una vita di sac...

Perdere tutto. Uccidersi per un debito. Uccidersi per la vergogna e la disperazione di non pagare ciò che, spesso per motivi indipendenti dalla propria volontà, non si riesce a pagare. Arrivare a un punto di non ritorno, e vedere la morte come l'unica via di fuga, come la fine di un dolore attanagliante e senza guarigione. Come sia possibile che un debito porti a tutto ciò, sembra inspiegabile. Eppure, quando quel debito ha conseguenze devastanti, perché porta via il frutto di una vita di sacrifici, trovare la forza di andare avanti, la speranza, una prospettiva di futuro, talvolta è così difficile, da diventare impossibile. Uno Stato che pretende imposte e tasse tali da stremare i suoi figli è esso stesso, per primo, chiamato a proteggerli. Perché le banche ed Equitalia (o chi per essa) applicano semplicemente le leggi vigenti. E sono quelle leggi, che devono essere cambiate. Ma manca una volontà politica seria, giusta, umana. Mancano i Politici. Pullulano, i politicanti.
 Elisabetta Aldrovandi