CIAMPI: UN ADDIO TRA LE POLEMICHE
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- 20 settembre 2016 Direttore-Fausto Bossi notizie importanti
di Lucio Bergamaschi Ieri si sono svolti i funerali di Carlo Azeglio Ciampi, Presidente emerito della Repubblica. Una circostanza in cui solitamente il cordoglio e la riflessione prevalgono sulle considerazioni più emotive legate ai giudizi sull’operato politico del defunto. Invece anche in questi giorni abbiamo assistito ad un crescendo di dichiarazioni e comportamenti decisamente sopra le righe culminati nei fischi del pubblico durante il minuto di silenzio prima delle ...
di Lucio Bergamaschi Ieri si sono svolti i funerali di Carlo Azeglio Ciampi, Presidente emerito della Repubblica. Una circostanza in cui solitamente il cordoglio e la riflessione prevalgono sulle considerazioni più emotive legate ai giudizi sull’operato politico del defunto. Invece anche in questi giorni abbiamo assistito ad un crescendo di dichiarazioni e comportamenti decisamente sopra le righe culminati nei fischi del pubblico durante il minuto di silenzio prima delle partite di campionato. Perché tanta animosità nei confronti dello statista livornese? Gli si imputa (la Lega in primis) di aver portato insieme con Romano Prodi l’Italia nell’Euro con un cambio sfavorevole che ha penalizzato il nostro export e alla lunga impoverito il paese. Ma basta questa affermazione – peraltro discutibile – per giustificare tanto livore? Io credo che Ciampi incarni per l’italiano medio di oggi quello che si chiama in inglese “establishment” e che erroneamente si traduce in “potere”. Ciampi è il simbolo della continuità e in certo senso dell’immutabilità delle istituzioni, un mix inestricabile di poteri forti (Banca d’Italia), poteri occulti (massoneria) ma anche di competenza innegabile, onesta specchiata, compostezza e misura nei comportamenti. Insomma un politico d’altri tempi che non puoi prendere in castagna per una tangente qualunque o perché confonde il Venezuela con il Cile. Nulla a che fare dunque con i SUV di Franco Fiorito detto Batman o gli svarioni geografici di Luigi di Maio e per questo paradossalmente percepito ancora più distante, quasi nemico del popolo. Sono riflessioni che faccio a malincuore: credo infatti che le istituzioni vadano preservate dalla polemica politica, soprattutto la più alta magistratura dello Stato il Presidente della Repubblica perno e garanzia di tutto il nostro sistema. Eppure non posso non rilevare che la gente oggi queste cose le pensa. E proprio al Quirinale Ciampi diede il meglio di sé: si fece apprezzare per il suo patriottismo adeguato ai tempi, ci ha fatto riamare la bandiera, il Due Giugno e ci ha fatto ricantare l’Inno di Mameli. Anche solo per questo lo ringraziamo e gli auguriamo buon viaggio.