RELAZIONE DEL SINDACO AL DUP Gianluigi Farioli ( Busto A.)

Il documento unico di programmazione costituisce, nella delicata fase economica, istituzionale e politica che l’intero Paese sta vivendo dopo un quinquennio in cui sono andate sommandosi crisi globali e d’importazione e confusi quadri istituzionali di riferimento, l’opportunità di dare concreta visibilità a quell’opera di consolidamento e di strategica linearità dell’Amministrazione di Busto che ha voluto costituire una efficace risposta alla scarsezza di risorse pubbliche e private a disposi...

Il documento unico di programmazione costituisce, nella delicata fase economica, istituzionale e politica che l’intero Paese sta vivendo dopo un quinquennio in cui sono andate sommandosi crisi globali e d’importazione e confusi quadri istituzionali di riferimento, l’opportunità di dare concreta visibilità a quell’opera di consolidamento e di strategica linearità dell’Amministrazione di Busto che ha voluto costituire una efficace risposta alla scarsezza di risorse pubbliche e private a disposizione. Come noto, infatti, a partire dal 2006 determinata e coerente, pur se continuamente rimessa in discussione dal quadro normativo ed istituzionale in perenne cambiamento, è stata la direzione politica e istituzionale perseguita. Prioritario è stato il ricondurre ogni azione politica, amministrativa ed istituzionale all’obiettivo di giocare un ruolo di supporto alle necessità economiche di cittadini, famiglie, imprese ed associazioni, in uno con la definizione di una politica semplificatrice, non cogente, ma flessibile, e la risposta ai sempre maggiori bisogni emergenti, in un rinnovato e mutevole quadro socio- demografico di riferimento. Il dup consente, in un ambito pluriennale, di meglio far emergere una politica non più declinata su capitoli, centri di spesa spesso ambigui e sovrapposti, strutture dipartimentali operanti per atti e determinazioni, ma sempre più per obiettivi trasparenti, dichiarati e di sviluppo trasversale. E’ da questa consapevolezza che gli argini posti a cornice delle molte attività succedutesi nel corso dello scorso decennio, ma ancor più necessitate, se si vuole continuare a privilegiare un ruolo facilitatore, stimolante, catalizzatore ed insieme attrattivo di energie pubbliche e private che vadano a sommarsi alle sempre più scarse dotazioni economiche dell’ente locale, hanno da essere declinati nel segno di una quotidianamente praticata Occorre insomma che il dup costituisca i due visibili argini di un fiume, ora carsico, ora emerso, ora emergente, che, godendo sempre meno di sorgenti e fonti i cui trasferimenti sono impediti da monte, non facciano ulteriormente inaridire i terreni a valle, favorendo affluenti che traggano alimento dalle ricchezze economiche, sociali, culturali, oltre che umane, di cui Busto e il suo territorio hanno costruito nel corso dei decenni, se non dei secoli, un patrimonio invidiabile. E’ stata questa ed è questa la logica che ha informato un piano di governo del territorio, anch’esso istruito, progettato, condiviso, poi adottato ed assunto partendo dalla presa d’atto di una crisi più che congiunturale, caratterizzata da scarsa propensione all’investimento, sentimento di sfiducia collettivo, crollo del mercato immobiliare, e, anche se non a livelli simili ad altre realtà contermini o metropolitane, crescita esponenziale dell’invenduto e già eccessivo consumo del suolo. Partendo dalla persino troppo scontata considerazione che in periodo di crisi e di ristrettezza del credito dare senso a una politica responsabile di governo del territorio debba partire da concreti dati di realtà, senza limitarsi al ruolo notarile di certificazione del presente, e partendo dall’altrettanto ovvia considerazione che le condizioni di contesto internazionale che paiono costituire nel corrente 2015 favorevoli condizioni per una ripresa necessitano di specifici supporti, si è cercato di capire come l’Amministrazione potesse declinare un ruolo attivo e consapevole. Come noto, gli scarsi e timidi accenni di ripresa attestati negli ultimi mesi sono ancora assi modesti e spesso non accompagnati da coerenti ricadute sulle possibilità occupazionali e, come altrettanto noto, l’edilizia e l’indotto in tutti i periodi di sviluppo, particolarmente in Italia, sono stati in maniera percentuale consistente quasi sempre superiori al 60% e il settore è uno dei principali nell’avere un consistente rapporto tra risorse dedicate e professionalità interessate. Partendo dalle considerazioni poco sopra esposte, si è cercato, si cerca e sempre più dovrà essere perfezionata una politica tesa a mettere a disposizione come concreto incentivo, quando non volano virtuoso, le molte proprietà pubbliche acquisite nei decenni scorsi in terreni e costruzioni con annessi propri specifici diritti volumetrici. Le linee guida adottate, i regolamenti approvati in sede consiliare e i bandi conseguenti alle annuali programmazioni a partire dall’anno in corso, di volta in volta sono andati e andranno a privilegiare virtuose collaborazioni tra famiglie, imprese, artigiane e non, a sostegno delle manutenzioni ordinarie e straordinarie con specifica e prioritaria attenzione al miglioramento qualitativo ed energetico dell’abitato. Anche qui, quindi, una potenzialmente efficace alleanza tra risorse pubbliche, istituti di credito, soprattutto locali, sistema fiscale e tributario e cabina di regia comunale per un’incisiva azione di crescita e sviluppo sostenibile. In uno con il perseguimento coerente con altri due obiettivi della programmazione (attenzione: non pianificazione!) dell’ente e cioè la ricerca costante di attrazione di risorse da Regione, Europa ed ogni possibile ente pubblico e privato e il raggiungimento del miglioramento ambientale ed energetico del territorio di cui Busto è baricentrica (vedi PAES e delibera di giunta municipale sulla programmazione e le destinazioni dei Nel corso del prossimo quinquennio ancor più specifica potrà e dovrà essere, in uno con l’attenzione privilegiata per quest’anno alle villette uni e bi-familiari e ai condomini di piccola dimensione, una più ampia destinazione e anche un interessante incrocio con la politica della casa e del silver housing. Altro elemento teso a tenere insieme sostegno alla crescita con particolare attenzione alla innovazione e tutela delle specificità del nostro diffuso tessuto di micro, piccole e medie imprese, e la necessità di governare secondo lungimirante equità gli emergenti disagi sociali, è contenuto nella necessaria riprogrammazione del welfare cittadino, da attuarsi a possibile invariabilità della pressione tributaria e fiscale. E’ sempre in questo contesto che fondamentale è il ruolo che l’Amministrazione è andata via via assumendo nel governo strategico prima ancora che contingente, delle molte partecipazioni pubbliche, del loro assetto organizzativo, e delle loro governance. Occorre, possibilmente anticipando e non passivamente trasformandosi in inconsapevoli esecutori di volontà altrui, continuare con determinazione sulla via imboccata negli ultimi anni con: 1. progressiva realizzazione di un bilancio consolidato tra ente locale e sue partecipazioni, siano esse comunali, siano esse, pur nell’evidente maggior difficoltà, di valenza sovracomunale, quando non sovra provinciale; 2. ulteriore e decisa semplificazione degli assetti organizzativi e trasparenti ed efficienti passaggi di rami d’azienda nelle società sovracomunali di riferimento (vedi nuovo scenario Accam e servizio idrico integrato), sancendo in maniera oggettiva e congrua i molti crediti, sia in termini economico-finanziari che in credibilità acquisita nelle leali, ma anche coraggiose, scelte di investimento assunte nel corso del decennio scorso, massimizzando in tale percorso la tutela societaria e occupazionale/professionale; 3. definire entro e non oltre il 2016 i posizionamenti strategici nel settore del gas di cui la partecipata Agesp spa è oggi proprietaria per il 60% e la rigorosa ed oggettiva riverifica delle modalità gestionali di tutti i residui servizi oggi ancora gestiti tramite società partecipate. Il fondamentale contributo dato dagli enti locali in generale e da Busto Arsizio in particolare nelle spending review e per l’abbattimento del debito pubblico, oltre a essere stati resi assolutamente ininfluenti rispetto all’obiettivo dichiarato (il debito pubblico nazionale è nel frattempo ulteriormente aumentato), non possono certamente giustificare l’abbandono della rigorosa azione anti-spreco adottata in tutte le tornate passate, ma non possono nemmeno tradursi in una inerzia, né sul fronte degli investimenti, né sulla qualità dei servizi e della loro costante erogazione. E’ cognizione diffusa che, pur non variando competenze, sempre maggiori sono le necessità di fronte alle quali cittadini, famiglie e associazioni non hanno altro interlocutore credibile che l’ente locale e ciò soprattutto sui versanti più drammatici del sociale e dell’educativo. Ecco perché, anche in questo ambito non potrà che essere ancor più decisa l’azione di intelligente mix tra pubblico, privato, terzo settore e mondo del volontariato. Così come nel settore sociale, la percentualmente elevata quota di spesa corrente del bilancio pubblico, peraltro inadeguata e insufficiente per quanto la Città di Busto esigerebbe e meriterebbe, comporta, sin dal 2015 e comporterà con ancor più decisione dal 2016, una riprogrammazione con particolare attenzione al mondo dei minori, alla politica della casa, e, alla luce delle nuove oggettività socio-demografiche e in parallelo con l’evoluzione dell’assetto socio- sanitario regionale lombardo, dovrà incentrarsi su documenti, obiettivi trasversali da sottoporre all’attenzione di giunta, commissioni e consiglio con unitarietà trasversale e non più responsabilità parallele per assessorati e/o dipartimenti. Evidente alla luce delle considerazioni sinora formulate e dell’alveo in cui il fiume va fatto ruscellare con decisione e coerente gestione d’insieme, non indifferenti né indipendenti potranno essere le scelte organizzative e di ridefinizione, insieme con le risorse economico-finanziarie, delle strutture organizzative, professionali e di pianta organica. Piante organiche che, anche nello spirito migliore delle più volte annunciate riforme della pubblica amministrazione in ottica di semplificazione efficacia ed efficienza, dovranno essere declinate in un quadro se non unico, organico, tra amministrazione e sue odierne Non può mancare un riferimento, proprio quest’anno, alla storia, alla cultura, e alla tradizione. In quest’ottica occorre sempre più da parte di tutti e di ciascuno assumere la consapevolezza di essere, orgogliosamente e responsabilmente, parte di una storia, figli di una tradizione, garanti di un possibile futuro. E’ per questo che, nella meno conservatrice e più etica valutazione del concetto di tradizione, che non è e non può essere il culto nostalgico del passato o della cenere, ma è e deve essere il tenere caldo e vivo il miglior lascito del passato che ci è donato e che siamo tenuti a conoscere e rispettare, costituisce il dovere a rifocalizzarlo con le lenti della contemporaneità, possibilmente con la fedeltà ed il coraggio dei nostri migliori antenati. E’ per questo ed è in questa direzione che occorre in quella che fu definita la Manchester italiana, sostenere le sue specificità aprendosi alle sfide dell’oggi e del domani, del locale e del globale, cercando di garantire a chi verrà dopo di noi almeno lo stesso grado di libertà e di opportunità lasciatoci da chi ci ha preceduto. E’ anche per questo che sulle politiche del patrimonio, oltre che delle società, non va superficialmente abbracciata la scelta della vendita, né colpevolmente e con ignavia procrastinata in eterno la scelta della destinazione, ma, anche sulla scorta delle sperimentazioni coraggiose ed innovative che su alcuni di questi beni si sono rese possibili o esercitate in questi anni, inventare, anche con nuovi strumenti organizzativi, economici e finanziari, opportunità da dibattere, se possibile da condividere. Busto Arsizio, 13 ottobre 2015   ----------   Relazione al bilancio preventivo 2016 del sindaco Gigi Farioli La sessione di bilancio iniziata ormai nell’ottobre scorso con la relazione introduttiva al DUP, di cui trovate ovviamente copia negli allegati, si è quest’anno snodata, sia in coerenza con l’impostazione dell’Amministrazione da anni finalizzata alla predisposizione di un bilancio consolidato, sia nel rispetto delle nuove procedure di contabilità, facendo leva e riferimento sul Documento Unico di Programmazione. Ed è quindi a partire da quel documento di cui il Consiglio comunale ha discusso e preso atto il 17 dicembre scorso che il bilancio di previsione prende definitiva forma. Definitiva forma che non può che tener conto della intervenuta approvazione della legge di stabilità 2016 e delle indicazioni cogenti della stessa, così come non può non considerare le nuove esigenze di contesto e il delicato periodo, oltre che di crisi complessiva, di passaggio elettorale a cui ci stiamo appropinquando. E’ evidente il rispetto che l’Amministrazione in carica ha delle convinzioni che l’hanno sempre supportata, a maggior ragione, alla vigilia di una tornata amministrativa che prevederà l’insediamento di una nuova Amministrazione. L’attuale Amministrazione si approccia allo strumento previsionale nella consapevolezza di lasciare a chi subentrerà ovvia e legittima possibilità di azione. Senza provocare costrizioni o ingessature tali - peggio sarebbe sulla scorta di esempi non commendevoli - da causare rischi di non sostenibilità. E’ per questo che nel confermare in toto le linee guida che hanno supportato l’Amministrazione negli ultimi anni, si dà concreto seguito alle linee strategiche a suo tempo approvate e si ridefiniscono alcuni appostamenti sulla scorta delle esigenze di cui sopra e delle norme della legge di stabilità. In particolar modo, la conferma della pressione tributaria e fiscale viene ottenuta senza alcuna riduzione delle previsioni dei servizi, ma anche, a differenza degli anni precedenti, senza alcuna applicazione di avanzo di amministrazione a copertura delle spese correnti. A titolo di memoria ed esemplificativo, ricordiamo che per il 2015 era stata inserita l’applicazione di avanzo per circa un milione di Euro. Va da sé che tale scelta, che ovviamente impedisce aggiustamenti in crescita sui singoli capitoli e sugli aggregati centri di spesa, costituisce la miglior garanzia per l’Amministrazione entrante di flessibilità nelle variazioni che riterrà di poter e dover attuare. Si conferma inoltre la coraggiosa, ma sinora per nulla impattante a livello socio-economico, azione di positiva spending review adottata dall’Amministrazione in essere. Non sarà infatti sfuggita a nessuno la relazione della Corte dei Conti nazionale ufficialmente pubblicata e riportata dai giornali nazionali e locali che, dall’alto della sua autorevolezza, sottolinea come dal 2011 al 2015 il succedersi delle leggi di stabilità e delle manovre centrali ha finito col deteriorare in modo strutturale gli equilibri economico- finanziari degli enti locali, ponendoli a serio rischio di sostenibilità e di solidità. E’ motivo quindi di orgoglio, di soddisfazione e anche di riconoscenza al Consiglio comunale, alla Giunta e a tutte le strutture dipartimentali dell’ente locale, che questo a Busto Arsizio, nonostante tutto, non sia accaduto e non stia accadendo e che anche col presente bilancio preventivo consegniamo ai successori, per quanto possibile, una libertà e garanzia di azione. Altro elemento emerso dagli ultimi riscontri pubblici di analisi di bilancio: mentre il dato medio relativo a sanzioni e contravvenzioni dei bilanci di enti locali prevede in media (vedi documenti del 6 marzo 2016 di analisi nazionale) un aumento di oltre il 30%, nel bilancio di previsione questo dato rimane inalterato rispetto agli anni scorsi, e ciò sia per rispetto della cittadinanza, sia per il rifiuto a utilizzare politiche di prevenzione e repressione come puro strumento di cassa. In coerenza con le esigenze manifestate e le sempre maggiori necessità per le politiche di inclusione sociale e di supporto al disagio, si è proseguito nell’opera di superamento della contribuzione a pioggia e dell’inserimento di tali politiche nell’ottica dell’investimento strategico e non delle azioni di supporto assistenziale. Si è provveduto anche all’accorpamento delle voci e degli strumenti, riposizionando cifre, peraltro anche in sensibile aumento, finanziando tali voci con l’applicazione di una percentuale degli oneri di urbanizzazione, così come previsto ancora dalle leggi di stabilità. Si è, inoltre, col bilancio di previsione, dato seguito ad alcune variazioni nel frattempo intervenute, sia per attuare gli indirizzi di razionalizzazione delle partecipazioni comunali, sia in coerenza con le decisioni assunte a livello sovraccomunale. Ne citiamo solo alcune per facilità di lettura: la trasformazione del diritto di superficie corrisposto da Accam in canone di locazione per un importo pari a 350.000 Euro, a concreto supporto della politica di dismissione del sito di via Arconate e della chiusura del termovalorizzatore e per facilitare le opere di bonifica e di verifica di impatto ambientale e sanitario garantite dalla società Accam e quindi anche dai soci, oltre che dagli enti sovraordinati; la retrocessione della titolarità delle farmacie in capo al Comune con la messa a bando della concessione per la loro gestione; così come il trasferimento della proprietà del poliplesso di via Manara in capo al Comune. Ciò comporta, relativamente alle farmacie, la previsione per il 2016 di un canone una tantum di 1.000.000 di Euro e per il 2017 e successive annualità di circa 120.000 Euro. Tali cifre sono determinate sulla scorta dei parametri utilizzati per le gare esperite e aggiudicate da altri Comuni e riparametrati alla nostra realtà. Per quanto riguarda le Piscine Manara, si prevede in entrata un canone di locazione corrisposto dai gestori del poliplesso di circa 350.000 Euro l’anno, accompagnata dalla previsione del pagamento della quota-parte di mutuo pari a 243.000 Euro (per il 2016) che il Comune rileva contestualmente in attesa della sua estinzione anticipata. Il bilancio di previsione prevede tra l’altro l’affidamento della manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione alla società strumentale con risparmio di base annuo, rispetto all’attuale affidamento ad Enel, di circa 300.000 Euro. Per quanto concerne le partite di spesa corrente, a cui facevo riferimento poco sopra, con particolare attenzione al disagio sociale e all’educazione, elemento e parametro fondamentale di preparazione sono stati gli accertamenti e i valori di entrata e uscita del bilancio 2015, di cui parallelamente si sta elaborando il consuntivo.