Quattro anni in Attesa di un processo . Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

  Quattro anni in Attesa di un processo . Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Import esport e ricatti di Stato al summit Ue-India del 30 marzo 2016 Bruxelles - La vicenda dei due marò italiani sarà uno dei punti nell'agenda dei lavori del summit Ue-India in programma domani a Bruxelles. La questione dei due fucilieri della marina italiana al centro di contenzioso giudiziario e politico tra Roma e Nuova Delhi, è inserita all'interno delle questioni da discutere come "relazioni bilate...

  Quattro anni in Attesa di un processo . Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Import esport e ricatti di Stato al summit Ue-India del 30 marzo 2016 Bruxelles - La vicenda dei due marò italiani sarà uno dei punti nell'agenda dei lavori del summit Ue-India in programma domani a Bruxelles. La questione dei due fucilieri della marina italiana al centro di contenzioso giudiziario e politico tra Roma e Nuova Delhi, è inserita all'interno delle questioni da discutere come "relazioni bilaterali". "L'Ue condivide le preoccupazioni dell'Italia", assicurano le fonti, ricordando che in Europa "è stata piu' volte chiesta una soluzione rapida del caso e una soluzione alla situazione prolungata di privazione della libertà dei due marò". Tre i punti in agenda: relazioni bilaterali, politica estera, questioni globali. Prevista la firma di due partenariati per la promozione e lo sviluppo delle energie rinnovabili e la sostenibilità dell'acqua. http://www.agi.it/ Tre righe per inquadrare la situazione : Il 27 ottobre 2011 BNL e SACE hanno sottoscritto un accordo per sostenere le PMI italiane che intendevano investire in INDIA con un plafond di 100 milioni di euro di finanziamenti. Tre mesi dopo, 10 febbraio 2012, India e UE sottoscrivono una dichiarazione congiunta in materia di energia per aumentare le sinergie. Dopo appena 5 giorni, Il 15 febbraio 2012, il caso dell'Enrica Lexie al largo della costa del Kerala. La crisi globale, l’economia italiana che affonda, un mercato in espansione da conquistare come il far west. Si rischia di mandare in fumo accordi economici e commerciali per miliardi di euro. Se da un lato politico si grida allo scandalo, sottovoce si pretende pazienza e si chiude un occhio sugli inganni per far attraccare la nave, sui deceduti frettolosamente cremati, sui conflitti di attribuzione ai vari e infiniti tribunali indiani, su una normativa spesso contraddittoria e soggetta a continui cambiamenti. Sulle gaffe governativa dei rimpatri e dei rapidissimi rientri, sulle dimissioni di ministri e ambasciatori, su una situazione imbarazzante per la politica estera italiana ed europea. L’impotenza Italiana di far valere il diritto Internazionale . Un assordante silenzio nell’affrontare questa vicenda, che lascia intendere che i Marò non vengano considerati due militari Italiani, ma solo pura merce di scambio economico tra l’Italia e l’India. Eppure la presenza e le regole di ingaggio dei marò a bordo della Lexie rispondevano a precise disposizioni Ue e Nato in materia di contrasto alla pirateria nelle acque vicine. Ebbene, nessuna di queste organizzazioni ha proferito parola in merito a quanto avvenuto o è intervenuta imponendo il rispetto dei trattati. Eppure nel 1998, la strage in Val di Fiemme, le cose andarono diversamente. Un aereo militare statunitense per una bravata del pilota tranciò le funi che reggevano la funivia del Cermis. I PM richiesero di processare i marine in Italia, ma il GIP in base alla Convenzione di Londra del 1951 sullo statuto dei militari Nato, assegnò la giurisdizione alla giustizia militare statunitense. Perché non riusciamo a farli tornare a casa ? Forse una risposta la troviamo sul sito dell’Istituto per il commercio estero ICE. “Le prospettive di cooperazione bilaterale tra Italia ed India sono numerose, e quasi tutte ancora inesplorate. Il discorso non riguarda peraltro soltanto i grandi gruppi: per la struttura stessa del suo sistema economico, e per il tipo di vantaggio competitivo che essa offre, l’India si candida a divenire partner preferenziale dei nostri distretti industriali. Nel nuovo modello di “cluster” che va affermandosi sotto la spinta della globalizzazione dei mercati, il patrimonio di risorse che l’India può vantare è a disposizione delle piccole e medie imprese del nostro Paese. Dopo un periodo di stasi, negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo risveglio d’interesse da parte delle aziende italiane per nuovi investimenti in questo Paese. Fra gli investimenti italiani in India piu’ rappresentativi si citano: la joint-venture tra la Fiat Auto e il colosso industriale Tata, per la fabbricazione e la distribuzione dei modelli della casa torinese in India e in buona parte dell’Estremo Oriente; la Carraro India (una joint-venture per la produzione di assali e trasmissioni per trattori); la New Holland (gruppo Fiat) in collaborazione con la Mahindra & Mahindra (società locale leader nel settore dei trattori); il Gruppo Italcementi; Luxottica; Merloni; De Longhi; nel settore moda e abbigliamento gli insediamenti produttivi di Benetton, Liberti, La Perla, Carrera, Monnalisa, Gruppo Coin, Zegna,Monti,Marzotto,ecc”. _serie=2014&mese_fine=12 Nel 2015 il fatturato indiano del mobile ha raggiunto i 20 miliardi di dollari americani. A dicembre scorso Pininfarina annuncia il passaggio alla società indiana Mahindra. Una operazione da circa 50 milioni di euro a cui si sommano garanzie sui debiti per oltre 110 milioni di euro. L’interesse in ballo è più alto del rispetto per i propri servitori. Uno Stato che non è più uno stato di diritto, ma uno Stato capitalistico, dove la tutela della propria economia vale più della tutela dei propri figli. Uno Stato dove nessuno vuole più vivere. Un peso in Europa da far ridere anche l’alto commissario Mogherini. Se fossero stati soldati tedeschi ? se fossero stati Soldati Francesi, Inglesi o americani ? Possiamo ritenere la politica estera di un Governo efficace, una che non ottiene risposte sui propri morti in Egitto o in Libia e che lascia i propri militari quattro anni in attesa di un processo ? VERGOGNA. ALESSANDRO TERRADURA