La solitudine di una vttima della camorra
Cari Amici miei, stasera una bella febbre mi impedisce di aggiornarvi vis a vis. Ho deciso di condividere con voi uno dei miei ricordi più difficili, ai quali tanti perché non trovano ancora risposte, come ad esempio: perché la prefettura di Caserta non ha ammesso, come da legge, il risarcimento danni di ciò che vedete? Risposte alle lettere che abbiamo inviato... ancora nessuna! E dubito arriveranno. Ma questo non mi ferma. Ho in cantiere, a breve, un protocollo da presentare al primo cittad...
Cari Amici miei, stasera una bella febbre mi impedisce di aggiornarvi vis a vis. Ho deciso di condividere con voi uno dei miei ricordi più difficili, ai quali tanti perché non trovano ancora risposte, come ad esempio: perché la prefettura di Caserta non ha ammesso, come da legge, il risarcimento danni di ciò che vedete? Risposte alle lettere che abbiamo inviato... ancora nessuna! E dubito arriveranno. Ma questo non mi ferma. Ho in cantiere, a breve, un protocollo da presentare al primo cittadino di Napoli, per il contrasto alla criminalità organizzata. Grazie ancora a tutti per la vicinanza, buon fine settimana, #iocicredo. "Una telefonata. Mi vesto alla velocità della luce. Ho ancora i capelli bagnati quando scendo. Faccio la strada a piedi, sono vicinissimo… Da lontano vedo del fumo e penso che abbiano incendiato l' immondizia davanti al negozio. Faccio altri pochi passi, giro l'angolo... nello spiazzale del negozio, in prima fila, il camion rosso dei pompieri. A seguire carabinieri e polizia. Angela e Paola sono poggiate un muretto. Piangono. Le guardo negli occhi. Ancora non ho realizzato o meglio, non voglio realizzare… Guardo l'entrata del negozio: il vetro è nero. La porta aperta, storta. Dall'interno fuoriesce acqua. I pompieri stanno lì e reggono la pompa, gonfia come un aorta... Angela e Paola si avvicinano, non dicono niente, mi abbracciano. Ed in quell'abbraccio realizzo... E' talmente forte la necessità di non realizzare che, per un attimo, mi vedo dall'alto, sbalzato fuori dal mio corpo, una vista dall'alto in quella tragedia troppo forte per essere vissuta… Mi si avvicina un carabiniere: ”Lei è il proprietario?.” Annuisco. ”Pensa sia stato un corto circuito? Faccio cenno con la testa: NO! Vorrei dire che ho speso 25 mila euro per fare l’impianto elettrico e che son passati solo sei mesi. "Adesso aspettiamo di sentire cosa dicono i vigili del fuoco..." Siedo sul muretto di fronte al negozio. Trascorrono circa 20 minuti. Un vigile del fuoco mi si avvicina e, in un dialetto tra il casertano e non so quale altra lingua, sentenzia: ”Ma guardat…penz ca fors è stat nu cort circuit….” Affermazione più scioccante dell'evento stesso Inizio ad urlare: ”Ma che cazzo state dicendo? Il corto circuito lo tieni in testa! L'ho fatto 6 mesi fa, sei mesi fa!" E quello: ”...eeeeeh, vir e t calmà, bello. Cà decid io!” Per fortuna intervenne il carabiniere: ”Guardi signor Leonardi, ora entriamo, anche se non potremmo. Mi faccia vedere dove sta il quadro, così aiutiamo il vigile a fare chiarezza." Entriamo. Quello che fino a ieri era il mio bel negozio colorato, ora è un ammasso di macerie. Il puzzo, forte e pungente, mi entra nel cranio. Non riesco a credere ai miei occhi. Inizio a fare delle foto... perché proprio non ci voglio credere. La mia scrivania, il mio cappotto... sciolti. I lampadari di Murano... sciolti. "Mamma mia, guarda questo lampadario… a quanto fonde il vetro?” E' il carabiniere che me lo chiede. "Il vetro di Murano fonde a 1000 gradi." Saliamo con cautela al piano superiore. Le fiamme, qui, ci sono arrivate in parte. Noto dei passi nella fuliggine che vanno verso la porta di servizio, forzata e lasciata socchiusa. Mi viene in mente il telefilm CSI. Penso: chissà quanto ci metterebbero a trovare i colpevoli, da queste impronte? Nei momenti forti la mente fa strani giochi, per non pensare. Dietro di me ci sono i carabinieri ed i vigili. Il carabiniere si avvicina alla porta, la spinge con la mano e nota che è socchiusa. Girandosi verso il vigile nota, in un angolo, un piccola latta di 20 litri, lasciata lì, vuota. Dalla tasca prende un fazzoletto di carta e lo usa per raccogliere la latta, senza compromettere le impronte (o, più probabilmente, lo fa perché non vuole sporcarsi le mani di benzina?) Sì, perché in quella latta di plastica da 20 litri c'é rimasta della benzina. Il carabiniere guarda negli occhi il vigile: ”Questo è il corto circuito?” E l'altro: ”Ma io pensavo che servisse a loro per lavorare....” Ed io: ”No, nelle lampade è da un pezzo che non ci va più la benzina!" *** Del pomeriggio ricordo poco o meglio, c'è poco da ricordare. Il foglio con lo scotch, con su scritto: “Locale sottoposto a sequestro etc etc etc...” Ricordo i carabinieri che, quando chiesi chi restasse sul posto, perché era facile entrare, risposero: ”Non abbiamo personale. Ci dispiace ma dobbiamo andare". Da allora più che mai, solo. Il giorno a seguire, tutti i giornali riportano la notizia. E, nonostante ciò, dalla mia famiglia, o meglio da tutta la mia famiglia, nemmeno una telefonata: né mia madre, né mio padre, né i miei fratelli, né i miei zii, i nonni, gli amici, colleghi, rappresentanti, conoscenti, associazioni, carabinieri... niente di niente! I giorni a seguire, per paura, dormo in auto. Guido. Tanto. Senza meta. Non dormo mai profondamente. Appena sento un rumore strano, mi alzo, metto in moto e via, con il mio cagnone Orchidea. Guido. Non ho il coraggio di tornare a casa. Se sono venuti durante la notte ad incendiare un negozio di 1000 metri, che si affaccia sulla strada, figurarsi se possono farsi scrupoli a venire a casa... *** E' così che ho capito, davvero, cosa sia la solitudine, cosa sia la cortesia degli esseri umani... cosa significhi avere la famiglia alle spalle, quanto sia importante poter contare su qualcuno. Hanno trovato risposta tutte le mie domande sullo STATO come "buon padre di famiglia"... e tutte quelle cazzate che ci hanno fatto studiare in educazione civica e diritto... Ho imparato tanto, ma l' ho fatto per contrappasso. L'ho fatto per sopravvivere. L'’ho fatto perché dal 99% della gente non bisogna aspettarsi nulla. L’ho fatto perché sono uscito di senno e solo quando esci di senno, poi, diventi sano. L'ho fatto per me, solo per me. E soprattutto l'ho fatto perché la mia vita è preziosa. Tanto preziosa quanto quella di chi la vita, seppure in parte, me l'ha portata via. E come è successo a me… D'altronde, quello che non ti ammazza… Ed io sono ancora qui, solo, ma ancora qui. E non avrò pace fino a quando non avrò vinto. Luigi Leonardi