Immigrazione: la storia dell’uomo non ha mai conosciuto un esodo così grande
Immigrazione: la storia dell’uomo non ha mai conosciuto un esodo così grande…Iniziative e Studi sulla multinazionalità, i cittadini non comunitari presenti in Italia, al 1 gennaio 2014, sono oltre 5.500.000, dei quali 300.000 irregolari, con un incremento di mezzo milione di unità rispetto all’anno precedente. Un numero pressoché uguale agli abitanti del Veneto o della Sicilia, che segna definitivamente la trasformazione dell’Italia da Paese di emigrazione a Paese di immigrazione. Con riferim...
Immigrazione: la storia dell’uomo non ha mai conosciuto un esodo così grande…Iniziative e Studi sulla multinazionalità, i cittadini non comunitari presenti in Italia, al 1 gennaio 2014, sono oltre 5.500.000, dei quali 300.000 irregolari, con un incremento di mezzo milione di unità rispetto all’anno precedente. Un numero pressoché uguale agli abitanti del Veneto o della Sicilia, che segna definitivamente la trasformazione dell’Italia da Paese di emigrazione a Paese di immigrazione. Con riferimento ai dati riportati allo stesso periodo, i Paesi maggiormente rappresentati sono Romania, Albania e Marocco, che comprendono oltre il 40% degli stranieri presenti: circa un milione i rumeni, e più di mezzo milione sia gli albanesi che i marocchini. Seguono la Cina, l’Ucraina e le Filippine. Questi dati sono destinati a crescere sempre di più e hanno già avuto un notevole incremento con l’aumentato numero di extra comunitari che hanno raggiunto e continuano a raggiungere le nostre coste, provenienti da molte parti del mondo, la Siria e l’Eritrea in particolare, per sottrarsi a guerre fratricide o a governi dittatoriali, con la presenza sempre maggiore di donne e bambini. A fronte di tale fenomeno, non c’è dubbio che la donna proveniente o fuggita dai cosiddetti Paesi del Terzo Mondo, è l’immigrata che maggiormente va incontro a una sofferenza, perché si trova ad affrontare, a volte da sola, usanze e costumi di un Paese occidentale, che differiscono radicalmente da quelle di origine. Catapultata in un nuovo universo completamente diverso, l’immigrata avverte, più dell’uomo, la rinuncia a quel mondo femminile che l’ha accompagnata fin dall’infanzia e, costretta a muoversi in spazi sconosciuti, sopporta meno agevolmente l’adattamento a un sistema di vita difficile, almeno inizialmente, da assimilare. La “femminilizzazione dei flussi migratori”, come da molti è denominata, è divenuta ormai un problema internazionale e deve condurre il Paese ospitante a rivedere e modificare schemi e comportamenti per una maggiore dignità della donna proveniente da altri Paesi. Essere donna immigrata non deve significare, infatti, essere votata a un destino di marginalità ma, al contrario, essere riconosciuta e valorizzata come arricchimento della sua nuova società. In questi tempi in cui si parla tanto di globalizzazione e soprattutto nell’ambito di una legislazione europea, il diritto di movimento non deve essere negato alla donna che chiede aiuto a chi è in grado di darle un sostegno e, in particolare, a quelle donne costrette spesso a vivere, nel loro Paese d’origine, una vita fatta di soprusi all’ombra di una società che non riconosce il diritto alla libertà. Problema di carattere soprattutto europeo, e non soltanto nazionale, nel contesto di una disciplina che porti i Paesi più avanzati ad assumersi responsabilità ben precise nel segno della solidarietà. Parlare e discutere di questo fenomeno migratorio delle donne è non solo importante perché di calzante attualità, ma anche perché si tratta di una realtà viva che non può essere ignorata ma, al contrario, affrontata e risolta.VIVIAMO IL PIU’ GRANDE ESODO DELLA STORIA“La storia dell’uomo, non ha mai conosciuto, in un anno, un esodo così grande. Oltre 177.000 migranti soccorsi soltanto nel 2014”. Se pensiamo che l’esodo biblico di Noè riguardava 600.000 persone che in realtà erano sei tribù, quindi circa 40.000 persone. In questa fase della nostra storia ci sono centinaia di persone salvate e centinaia, che nonostante l’impegno e la priorità della vita, non ce la fanno. LA VITA PRIMA DI TUTTO - Un fenomeno questo, anche nuovo per le modalità – lanciare le imbarcazioni a velocità costante verso le coste italiane per poi abbandonarle al loro destino – e che, per l’entità, mai raggiunta nel passato, è da considerarsi ormai epocale e che deve essere affrontato nella sua realtà oggettiva, nel rispetto delle normative internazionali ma, pur sempre, con il richiamo alla legge del mare, che è quella rispondere sempre alle richieste di aiuto, da chiunque pervengano, e mettere in salvo le vite umane. Un controllo, quello della Marina Italiana, che si estende su un’area di 500.000 chilometri dell’intero Mediterraneo, che pur rappresentando soltanto l’1% dei mari, accoglie il 30% del naviglio di tutto il mondo per la presenza costante di oltre 6.000 navi. Pensiamo che l’Italia come terra è di 304.000 chilometri quadrati. Non si sono mai visti tanti arrivi nel corso di altre stagioni invernali e i migranti sanno che il viaggio è pericoloso e che rischiano di morire in mare, ma continuano a partire lo stesso. Le previsioni sono che il flusso non si fermeràUn discorso a parte merita, infine, la dignità della donna immigrata. In tutte queste vicende le donne rappresentano un vero dramma nel dramma, perché affrontano il viaggio in condizioni di semischiavitù, molte in stato di gravidanza e spesso violentate dai loro aguzzini, in un contesto dove la violenza sessuale, come da recenti notizie, è stata persino istituzionalizzata. Usate, abusate, vendute più volte, anche dai loro sorveglianti, come strumento di persuasione ed equamente distribuite per essere facilmente individuate dai soccorritori, in modo da spingere ad accelerare ancora di più le operazioni di soccorso. Un dramma nel dramma. Mi sento di aggiungere, che dovrebbe spingere ogni Paese a rispondere alla richiesta di aiuto con quello spirito di accoglienza che, come Papa Francesco ci ricorda, deve portarci a considerare il migrante “non solo un problema da affrontare, ma un fratello e una sorella da accogliere, rispettare e amare, un’occasione che la Provvidenza ci offre per contribuire a una società più giusta, una democrazia più compiuta, un Paese più solidale, un mondo più fraterno e una comunità cristiana più aperta secondo il Vangelo.L’ORGOGLIO DI ESSERE ITALIANI, mentre si attendono i giusti piani Ue e quando si pensa alla vita prima di tutto, non possiamo fare altro, innanzi ad eroi e persone di buona volontà del nostro Paese, che sentirci autenticamente orgogliosi di essere italiani. Antonio Russo Redazione Milano Varese Press
antoniorusso.brescia@gmail.com skype: antoniorusso.brescia Facebook - Google + - Linkedin - Twitter "La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini, però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli.” Nietzsche