Il centro destra gioca a ciapa no
IL CENTRO DESTRA GIOCA A CIAPA NO Mentre a Gallarate si scommette sul futuro con Andrea Cassani Il Ciapa no è una variante del classico gioco del tresette, ma in cui lo scopo è di non realizzare punti o, comunque, il meno possibile. La maggior differenza rispetto al tresette tradizionale sta nel fatto che nel Ciapa no si gioca da soli e non a squadre, mentre il centro destra cerca di trasformare un gioco individuale in un gioco di squadra. Ogni dove, salvo che nei piccoli, piccolissimi comuni...
IL CENTRO DESTRA GIOCA A CIAPA NO Mentre a Gallarate si scommette sul futuro con Andrea Cassani Il Ciapa no è una variante del classico gioco del tresette, ma in cui lo scopo è di non realizzare punti o, comunque, il meno possibile. La maggior differenza rispetto al tresette tradizionale sta nel fatto che nel Ciapa no si gioca da soli e non a squadre, mentre il centro destra cerca di trasformare un gioco individuale in un gioco di squadra. Ogni dove, salvo che nei piccoli, piccolissimi comuni i politici di centro destra giocano a stare fuori a identificare “candidati civici” ossia “personaggetti” da bruciare senza riguardo, senza vergogna. E così dal cappello a cilindro sono estratti conigli sacrificali, buoni in umido con la polenta, partendo da Roma con il discusso Bertolaso, contrapposto a non si sa chi, che conduce alla probabile vittoria della giovane, bella e intelligente Virginia Raggi, candidata dei pentastellati che oltre a raccogliere il voto degli incazzati vecchi aggrega anche il voto degli incazzati nuovi che non capiscono perché la politica non riesca a proporre qualcuno appena presentabile che ci metta la faccia. Forse Roma è una tale rovinosa matassa che nessuno si ritiene capace di dipanare, quindi tanto vale lasciare che i penta stellati vadano a sbattere contro il muro. A Milano coalizione unita sul nome di Parisi: una carriera nella nomenclatura di stato passando dal centro studi della CGIL a essere city manager (parola difficile per indicare il segretario comunale) di Albertini e poi parafulmine nella vicenda Fastweb (prosciolto da ogni accusa) e infine fondatore di Chily tv che al momento si appresta a fare un salvifico aumento di capitale di 20 milioni di euro e che per questo conta nell’intervento della berlusconiana Infinity. Insomma sarà lui la figura carismatica in grado di scaldare i cuori e convincere il popolo della destra a buttarsi con entusiasmo in una campagna elettorale convincente e vincente? In provincia di Varese confusione totale, nel capoluogo si trova la quadra sul nome di un imprenditore di fama, il re dei supermercati Tigros, che trova il sostegno di tutta la nomenclatura del centrodestra, ma non scalda il cuore degli elettori e degli attivisti e preso come dice di essere nella gestione della sua azienda non si capisce come potrà impegnarsi a tempo pieno nella gestione di un Comune come Varese che richiede un impegno full time. A Busto invece tavolo blindato che continua a scegliere di non scegliere tra i candidati di parte Paola Reguzzoni e Alberto Armiraglio in attesa di un miracolo tipo Varese con un candidato civico che spunti dal nulla o dal cappello di un mago. Unico spiraglio di luce a Gallarate dove la nuova generazione di leghisti, con il giovanissimo segretario locale Andrea Zibetti, propone energicamente un altrettanto giovane candidato di estrazione politica (finalmente) ANDREA CASSANI che nonostante la marcata matrice politica leghista si propone anche come momento di aggregazione per quella parte di città che vuole un cambiamento forte che marchi con decisione la discontinuità tra la vecchia sinistra e la vecchia discussa destra. E’ una scommessa affascinante quella tra un trentenne di destra e un settantenne di sinistra, la campagna elettorale sarà viva e combattuta e la Lega, in compagnia con le Civiche che sostengono Cassani, passa all’attacco con chi c’è e ci sta, tenendo comunque le porte aperte. Gallarate 28/02/2016 Fabrizio Sbardella