Comunicato stampa Scuola, Istruzione e Libertà (M5S) di Somma

riceviamo e pubblichiamo Somma Lombardo, 25 aprile 2015
“Vorremmo essere liberi attraverso un’istruzione adeguata, sicura ed efficace”. Bagnare le radici è essenziale per far crescere le piante. Concimarne la terra le fa crescere più rigogliose. L’insegnamento è il concime che permette la crescita rigogliosa dei nostri figli. La Costituzione dello Stato Italiano, con l’art. 33, garantisce l’istruzione pubblica, laica e obbligatoria a tutti i cittadini. Pubblica: quindi finanziata co...

riceviamo e pubblichiamo Somma Lombardo, 25 aprile 2015 “Vorremmo essere liberi attraverso un’istruzione adeguata, sicura ed efficace”. Bagnare le radici è essenziale per far crescere le piante. Concimarne la terra le fa crescere più rigogliose. L’insegnamento è il concime che permette la crescita rigogliosa dei nostri figli. La Costituzione dello Stato Italiano, con l’art. 33, garantisce l’istruzione pubblica, laica e obbligatoria a tutti i cittadini. Pubblica: quindi finanziata con soldi dei contribuenti, in modo da renderla accessibile a tutti, indipendentemente dalle possibilità economiche della famiglia. Laica: che non si occupa della fede religiosa di chi la frequenta, lasciando questo compito alla decisione dei genitori nell’ambito familiare. Obbligatoria: per far sì che tutti i cittadini abbiano la stessa opportunità di sviluppo, durante la fase formativa della persona, contribuendo così, all’acquisizione e all’arricchimento di competenze per essere cittadino attivo nel mondo. “L’educazione è lo strumento più potente per cambiare il mondo” Nelson Mandela veritas vos liberat “la verità vi rende liberi”. La conoscenza è un bene prezioso. Attraverso la conoscenza si può essere liberi da un sistema bancario ormai sovrano delle nostre vite, le ideologie xenofobe e omofobe, una politica che impone le sue scelte, in nome del beneficio di pochi, a discapito del sacrificio di molti. E’ con questa certezza che ci poniamo, di fronte alle scelte ben studiate degli ultimi governi nazionali e regionali in materia di “istruzione”, in decisa opposizione. Scelte calate dall’alto da organismi extra nazionali, che pretendono di omologare l’istruzione, seguendo criteri aziendali.(Vedasi OCSE/Invalsi) Da una parte i governanti sciolinano grandi parole, dall’altra tagliano i fondi destinati al “humus culturale”. Ed è in questo ambiente reso sterile dalla ricerca del massimo profitto, che la consapevolezza e la coscienza di sé dei futuri adulti, si dovrebbe formare. Così accade che gli intonaci si staccano dai soffitti, che tanti insegnanti debbano cambiare luogo di lavoro di anno in anno, che i bambini italiani restino monolingua e che l’istruzione continui a considerare i bambini come vasi da riempire e non ali da dispiegare. “Diritto allo studio” : parola abusata al punto di essere ormai equivalenza di “Diritto alla scuola privata”. Le scuole private o paritarie o che comunque fanno pagare una retta a chi le frequenta, ottengono più finanziamenti delle scuole pubbliche. Questa la scelta degli ultimi nostri governanti. La conseguenza si riversa sullo stato degli edifici pubblici, che proprio in un momento della loro vita, in cui più hanno necessità di essere mantenuti anche in via straordinaria, vengono lasciati degradare pian piano, rimandandone l’intervento strutturale agli anni a venire. “scuole belle” “scuole sicure” : sono solo slogan, svuotati di ogni contenuto. Riportiamo a sostegno di quanto descritto, il rapporto del Censis proprio sulla situazione delle strutture scolastiche: “Scuola: intonaci che crollano, rubinetti che perdono e vetri rotti Ma anche problemi strutturali in 3.600 edifici scolastici. Rischio amianto per 342.000 studenti. Solo un quarto degli stabili è stato costruito dopo il 1980. Degli oltre 41.000 edifici scolastici statali, il Censis stima che in 24.000 gli impianti (elettrici, idraulici, termici) non funzionano, sono insufficienti o non sono a norma. Sono 9.000 le strutture con gli intonaci a pezzi. In 7.200 edifici occorrerebbe rifare tetti e coperture. Sono 3.600 le sedi che necessitano di interventi sulle strutture portanti (tra queste mura 580.000 ragazzi trascorrono ogni giorno parecchie ore) e 2.000 le scuole che espongono i loro 342.000 alunni e studenti al rischio amianto. Edifici malandati e vetusti: più del 15% è stato costruito prima del 1945, altrettanti datano tra il ’45 e il ’60, il 44% risale all’epoca 1961-1980, e solo un quarto degli stabili è stato costruito dopo il 1980.” Considerando solo l’ultima Legge di Stabilità 2015, sono stati proposti per l’istruzione pubblica tagli pari a 148 milioni di euro. Mentre a ricevere fiumi di fondi pubblici sono le scuole private: 471,9 milioni stanziati dall’attuale Ministro dell’Istruzione Giannini, tra sgravi fiscali e buoni scuola. Stanziamenti resi permanenti, per non rischiare di perderli in futuro. Intanto da diversi anni si applica anche in Italia l’istituto degli Invalsi. In merito alla valutazione proposta con i test Invalsi, si potrebbero fare molte osservazioni. La più importante a nostro avviso è che ha un elevato costo, non giustificato dagli scopi desiderati. Ecco cosa recita la legge di stabilità a tal proposito: “Nell’anno 2015 e’ autorizzata la spesa di euro 10 milioni perle esigenze dell’Istituto nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI).” Per fare un raffronto, l’importo equivale al doppio di quanto è stato stanziato per riqualificare finalmente gli edifici in Sardegna, danneggiati dall’alluvione 2013. Riportiamo l’articolo della Legge di Stabilità 2015 in merito: “Al fine di realizzare gli interventi di messa in sicurezza e ristrutturazione degli edifici scolastici delle scuole materne, elementari e medie dei comuni della Sardegna danneggiati dagli eventi alluvionali del mese di novembre 2013 è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro nel 2015.” “Cresceranno fiori dalle pietre, ma con una pessima istruzione, finiranno per pensare di essere a loro volta pietre.” Gavina Piredda Magari proprio per questa ragione si disinveste in educazione, perché non si vuole avere cittadini liberi ma sudditi.