La deriva renziana del Foglio cerasello di Ettore Bonalberti

La deriva renziana del Foglio cerasello   Ho acquistato e seguito “ Il Foglio” sin dalla sua fondazione e sono stato un appassionato ammiratore della direzione politica e culturale di Giuliano Ferrara. Confesso che, invece, faccio molta fatica a seguire il giovane neo direttore Cerasa da quando alla simpatia dell’elefantino per Matteo Renzi è subentrata una sorta di acritica adesione del “cerasello d’annata”.   E’ un atteggiamento che lo porta ad accettare tutte le giravolte dell’illusionista fiorentino sottovalutando ogni critica e misconoscendo quella che per noi è la ragione prima del nostro critico dissenso: la presa del potere sulla base della conquista della guida del partito e grazie all’investitura di un presidente della Repubblica incurante della sentenza della Corte Costituzionale che ha, oggettivamente, delegittimato un Parlamento di “nominati” eletti illegittimamente.   Non riconoscere la pericolosità di una legge elettorale super truffa come l’Italicum , in grado di garantire tutto il potere a un partito che rappresenti non più del 20-25 % dell’intero corpo elettorale e con un capo del governo praticamente senza più contrappesi, mi sembra assegnare a quello che fu uno dei giornali più intelligenti della politica italiana, un ruolo di reggicoda senza prospettiva.   Eppure basterebbe ricondurre il sistema alla sua fisiologica funzione democratica: elezioni con l’unica legge elettorale oggi legittima, il consultellum e con essa eleggere, come chiediamo da sempre, con un nuovo parlamento finalmente legittimato un’assemblea costituente per le riforme di sistema.   Sottovalutare o irridere sino alla previsione infausta dell’irrilevanza quanto sta accadendo in Forza Italia con Fitto,  è già accaduto nella Lega con Tosi, si sta costruendo attorno a Corrado Passera con Italia Unica, sta realizzandosi tra i popolari italiani con Mario Mauro, gli altri partiti del centro parlamentare e le numerose iniziative nazionali e territoriali di ricomposizione di quest’area ancora oggi frantumata e irrilevante, a me pare una miopia politica e culturale che non fa onore alla tradizione de “ Il Foglio”.   Certo, viviamo una stagione dominata dal trasformismo e dall’esaurimento delle culture politiche che si confrontarono nella prima repubblica. Pensare, tuttavia, che, dopo la triste stagione del ventennio appena trascorso, non ci sia nessun’altra alternativa  al “Bomba” fiorentino a me sembra non cogliere la drammaticità della condizione sociale, prima ancora che economica, finanziaria e politico culturale dell’Italia.   Al di là dei risultati delle prossime elezioni regionali, fortemente influenzati dal tasso di partecipazione al voto degli elettori, alla crisi di sistema del nostro Paese o si offre una nuova speranza costruita su una solida cultura politica o si cade nella mistificazione come quella di un giovin signore che ha deciso di navigare di bolina, puntando a manca per andare a dritta. Col trasformismo si possono anche confondere le idee ma, alla lunga, si governa sulle macerie.   Ettore Bonalberti www.insiemweb.net www.don-chisciotte.net  
Ettore Bonalberti
Presidente A.L.E.F. (Associazione Liberi e Forti)
socio fondatore Associazione Democrazia Cristiana e coordinatore per le regioni del Nord della Federazione dei Popolari Italiani
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