Ma dove va il vostro oro? Continui furti di oro nelle abitazioni
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- 08 ottobre 2018
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Oro, argento, gioielli e orologi di pregio, provenienti da furti in abitazioni private vanno ad alimentare un mercato clandestino
Di recente,
proprio settimana scorsa, si sono avuti nuovi arresti nell’ambito del furto e
riciclaggio di metalli preziosi. Con l'operazione “Prometeo” , le
indagini che avevano avuto inizio
nel marzo del 2016, hanno portato ad alcuni arresti per associazione a delinquere finalizzata alla
ricettazione. Oro, argento, gioielli e orologi di pregio, provenienti da furti
in abitazioni private vanno ad alimentare un mercato clandestino spesso
fiorente e non facilmente individuabile, in quanto il riciclo avviene
all’interno del più ampio mercato della compravendita di gioielli e di metalli
preziosi. Se da una parte ci vuole uno che ruba dall’altra ce ne vuole un altro
che venda e soprattutto un terzo che, consapevolmente o meno, ricompri. Tutto
l’oro del mondo, il più conosciuto dei metalli preziosi, almeno a livello di
immaginario collettivo, potrebbe stare in un cubo di circa
21 metri per lato, poco più di 170 mila tonnellate e meno ancora sarebbero le riserve
accertate, 25.000 tonnellate estraibili
con profitto. L’oro
realmente disponibile sul mercato, presunte riserve delle banche centrali
comprese, da calcoli molto ottimistici sarebbe pari a circa la metà di
tutto quello estratto fin’ora nel mondo. Praticamente
nell’anello o nella collana di tante signore o nella cassa d’oro di un
orologio, c’è moltissime probabilità che ci sia oro fuso e rifuso da
generazioni e generazioni e non stupitevi, se avete qualche protesi dentaria in oro, di stare masticando con oro proveniente dalle miniere della regina
di Saba o dagli Atzechi .
Per non parlare poi dei gioielli antichi, tranne i Gioielli della Corona, i lasciti di
qualche nobildonna, qualche gioiello-ricordo di famiglia, solitamente di scarso
valore e, naturalmente, i preziosi firmati dai grandi gioiellieri come Cartier,
Tiffany, Chopard, Van Cleef & Arpels ecc., tutto è stato fuso e rifuso più
volte nei secoli dei secoli. Questa della fusione e rifusione dell’oro potrebbe
essere la più antica delle religioni
ancora pratica e praticabile. “Pecunia
non olet “, il denaro non ha odore,
dicevano gli antichi romani e ancor meno l’oro, soprattutto una volta
fuso. Non a caso le indagini, che hanno permesso l’arresto dei malfattori,
sembra siano partite da una fonderia
clandestina. A questo punto dove finiscono i preziosi “panetti d’oro” detti
anche lingotti, tranne poi scoprire che gran parte dell’oro usato
commercialmente nelle fabbriche viaggia in lastre regolarmente punzonate di
difficile falsificazione e di più facile uso e trasporto, nuovamente nel
mercato, molto probabilmente esente tasse ma non sempre è detto. Tutto alimenta
questo mercato parallelo di compravendita di oro per cui uno che si è visto
rubare la catenina magari la ricompra rifusa nello stesso negozio e magari ad
insaputa dello stesso negoziante. Occhio quindi non solo al cibo che si compara
e dove si compra ma anche all’oro che
comunque non va mai male o quasi, tenetelo lontano dai termometri al mercurio,
poche gocce di mercurio e il vostro anello è irrimediabilmente rovinato. E le
pietre preziose? Smontarle e riciclarle, quando ne vale la pena naturalmente,
un gioco da ragazzi, ma per la produzione in azienda si fa prima a comprarle
calibrate ed all’ingrosso, a meno che non siano di grande valore: Se mettessero
in vendita tutti i diamanti estratti… Ma questa è un’altra storia.
“Re Mida”