È in stampa in questi giorni,il volume “Per la vita, sempre”con editoriali scritti da don Luigi Stucchi

È in stampa in questi giorni, per i tipi dell’Editrice Velar, il volume “Per la vita, sempre”, che raccoglie una parte degli editoriali scritti da don Luigi Stucchi, oggi Vescovo, nei 13 anni in cui fu direttore del settimanale diocesano “Il Resegone” di Lecco (1973-1986). Il titolo del libro è auto esplicativo: si parla di famiglia, di senso della vita e dell’importanza di difenderla dal concepimento alla sua naturale conclusione; l’autore lo fa con i vibranti interventi pub...

È in stampa in questi giorni, per i tipi dell’Editrice Velar, il volume “Per la vita, sempre”, che raccoglie una parte degli editoriali scritti da don Luigi Stucchi, oggi Vescovo, nei 13 anni in cui fu direttore del settimanale diocesano “Il Resegone” di Lecco (1973-1986). Il titolo del libro è auto esplicativo: si parla di famiglia, di senso della vita e dell’importanza di difenderla dal concepimento alla sua naturale conclusione; l’autore lo fa con i vibranti interventi pubblicati negli anni della legalizzazione del divorzio e dell’aborto, degli assassini politici, delle tragedie giunte all’attenzione dell’opinione pubblica e delle morti bianche sul lavoro. Il volume verrà presentato a presso la Villa Truffini in Corso Bernacchi, la sera di sabato 18 novembre, con inizio alle ore 20.45, in un incontro che vedrà la partecipazione dell’autore, S. E. Mons. Luigi Stucchi, insieme al giornalista Gianfranco Garancini e ai medici Luisa Amati, Ferdinando Lucioni e Mario Picozzi. Per quanti conoscono il vescovo lombardo Luigi Stucchi farà piacere trovare in questo libro una selezione particolare dei suoi editoriali (sui più di 600 in totale)  scritti negli anni tra il 1973 e il 1986 quando fu direttore del settimanale diocesano “Il Resegone” a Lecco. L’allora “don” Luigi aveva raggiunto come giornalista una singolare notorietà, locale e nazionale, per la vivacità della sua penna e la combattività del pensiero, specie su temi quali la difesa della vita, la testimonianza  cristiana in politica, la promozione  dei valori religiosi a livello sociale, l’animazione del dibattito  culturale. Quale prete e insieme giornalista, Stucchi non è stato una figura  isolata nel panorama religioso dell’Italia degli anni Settanta  e Ottanta. Anzi proprio quei decenni hanno rappresentato l’apice per la stampa cattolica locale, con oltre 120 testate diocesane raccolte nella FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici). Lo slancio, per i giornali “del territorio” come “Il Resegone”, veniva anche da un laicato cattolico coinvolto nelle iniziative ecclesiali, secondo lo spirito del Concilio che giungeva a maturazione e che poneva i fedeli laici accanto a vescovi, clero e religiosi per una testimonianza cristiana trasparente, originale  e costruttiva. Lo stile giornalistico di Stucchi è robusto e argomentativo, con una visione della fede che ispira e rafforza la partecipazione alla vita civile. Uno stile che mons. Stucchi ha mantenuto anche da vescovo e che sottolinea la straordinaria attualità dei suoi scritti e delle sue riflessioni. I capitoli del libro raccolgono articoli sui seguenti temi: il senso della vita; i valori e la coscienza; protagonisti e testimoni lecchesi e nazionali; l’importanza della famiglia; la vita nascente; nel cuore delle tragedie umane. Il vescovo Luigi Stucchi è  nato a Sulbiate (Milano) nel 1941. Ordinato prete nel 1966 fu assegnato dal cardinale Giovanni Colombo come coadiutore a Valmadrera  (Lecco) dove rimase fino al 1973. Trasferito a Lecco nella parrocchia di San Nicolo’ assume la direzione del settimanale “Il Resegone” e la mantiene fino al 1986. La tappa successiva è a Tradate (Varese) come prevosto e, dal 1989, decano. Nel 2003 il cardinale Dionigi Tettamanzi lo nomina vicario episcopale per la zona di Varese e l'anno seguente è fatto vescovo da Papa Giovanni Paolo II. Per la diocesi ambrosiana ha svolto vari incarichi occupandosi tra l’altro di formazione del clero, assistenza spirituale alle claustrali e delle nuove forme di vita evangelica, con una costante, speciale sensibilità per la guida e l’orientamento vocazionale. Attualmente risiede a Villa Cagnola (Gazzada, Varese) dove è  Presidente dell’Istituto Superiore di Studi Religiosi - Beato Paolo VI. La storia del settimanale cattolico “Il Resegone” di Lecco, a fianco di quella di altri 180 giornali diocesani sparsi un po’ in tutta la penisola (con una densità numerica maggiore nelle regioni del nord), non può essere letta in chiave semplicemente “localistica”. Anzi, proprio la caratteristica di “giornali del territorio”, che è sempre stata l’orgoglio della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici,  http://www.fisc.it), oltre che parlare di un localismo molto sentito e coltivato da queste testate come bandiera di civismo, attesta un radicamento dei valori “universalistici” della Chiesa a livello di singole diocesi o di territori omogenei sotto il profilo socio-religioso. La stampa locale è stata e continua ad essere un segno della vitalità del cattolicesimo sociale ancora presente nelle comunità locali del nostro paese, come nel caso lecchese. La testata “Il Resegone”, nome che si rifà al monte che sovrasta la città-capoluogo del territorio, è nata nel 1882, in un periodo di contrasto aperto tra la Chiesa e lo Stato a seguito dei moti risorgimentali e degli eventi traumatici che li hanno caratterizzati. Il giornale è stato lo strumento dei cattolici lecchesi con cui iniziare a far sentire la propria voce a livello sociale e civile, nel rispetto di quel “non expedit” che rappresentava la volontà del Papa di non collaborare con lo Stato italiano che aveva usurpato violentemente i diritti della Chiesa, costringendo il pontefice regnante all’interno del “fazzoletto” di terra della Città del Vaticano. Il giornale, fin dagli albori, è stato una voce di forte annuncio del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa. Tra le diverse figure che si sono succedute alla sua guida del settimanale c’è il fondatore, don Giuseppe Cavanna, che negli anni della sua presenza a Lecco e nel territorio ha dato vita anche a diverse opere sociali tipiche del “movimento cattolico” dell’epoca (cooperative, scuole popolari ecc.). E’ poi seguita la direzione di due laici, il tipografo  Giuseppe Corti e quindi il figlio Pietro (1986-1896); finchè viene nominato direttore don Giovanni Battista Scatti, già missionario in Bengala, che reggerà la testata con tono combattivo fino al 1918, anno della sua morte. Da quella data fino al 1945 “Il Resegone” è guidato da un laico, Edmondo Verga, che ne assume la proprietà e prosegue sulla linea dell’annuncio dei valori cristiani e della fedeltà al Papa, subendo personalmente minacce e anche l’ “olio di ricino” dei fascisti locali. Si arriva così alla fine della guerra, con la sospensione per un breve periodo della pubblicazione, la ripresa e l’avvio del lento passaggio dalla proprietà privata a quella della parrocchia di Lecco. Il giornale confluisce nelle attività coordinate dalla diocesi di Milano per volontà dell’allora arcivescovo card. Giovanni Battista Montini, grande sostenitore della stampa cattolica (oltre ai settimanali diocesani, Paolo VI fu anche artefice del ritorno del quotidiano “Avvenire” nell’alveo delle proprietà della Chiesa). I direttori dell’epoca sono stati don Bernardino Mauri (1961-1964), don Antonio Pergoli (1964-1973), don Luigi Stucchi (1973-1986) e – a seguire – don Giovanni Mariano e alcuni giovani giornalisti fino all’ultimo, don Massimo Pavanello, prima della chiusura definitiva dell’edizione cartacea avvenuta nel settembre 2007. “Il Resegone” oggi vive una sua nuova fase con una testata online ( http://www.resegoneonline.it/) che ha mantenuto l’impronta locale e che continua a rifarsi alla lunga tradizione del giornalismo cristianamente ispirato. In totale la testata è stata in edicola per 126 anni.