L'aspettativa vita cala negli USA per la prima volta da 1993.

COMUNICATO STAMPA L'aspettativa vita cala negli USA per la prima volta da 1993. A sostenerlo il National center for health statistic Incremento più alto cause di morte dovuto all'Alzheimer e a decessi dei bimbi con meno di un anno per lesioni non intenzionali, come soffocamento o strangolamento a letto. Per la prima volta in oltre 20 anni l'aspettativa di vita in Usa è calata nel 2015, un dato preoccupante legato ad una serie di problemi di salute in peggioramento. Secondo il National center ...

COMUNICATO STAMPA L'aspettativa vita cala negli USA per la prima volta da 1993. A sostenerlo il National center for health statistic Incremento più alto cause di morte dovuto all'Alzheimer e a decessi dei bimbi con meno di un anno per lesioni non intenzionali, come soffocamento o strangolamento a letto. Per la prima volta in oltre 20 anni l'aspettativa di vita in Usa è calata nel 2015, un dato preoccupante legato ad una serie di problemi di salute in peggioramento. Secondo il National center for health statistic, quella degli uomini è passata dai 76,5 del 2014 ai 76,3 dell'anno scorso, per le donne da 81,3 a 81,2. La media per uomini e donne è invece scesa a 78,8, 0,1 in meno rispetto all'anno precedente. L'ultimo calo si era registrato nel 1993, con il picco della crisi per l'Aids. I motivi sono da ricercare nell'aumento di otto delle dieci principali cause di morte: malattie cardiache (+0,9%), malattie croniche dell'apparato respiratorio (+2,7%), lesioni accidentali (6,7%), ictus (+35), diabete (+1,9%), malattie renali (+1,5%) e suicidio (+2,3%). Ma l'incremento più alto è quello dell'Alzheimer (+15,7%), insieme a quello dei decessi dei bimbi con meno di un anno per lesioni non intenzionali, come soffocamento o strangolamento a letto. Scorrendo comunque la classifica notiamo che l'Italia, grazie alla dieta mediterranea, si posiziona al 3° posto al mondo, con una aspettativa di vita alla nascita pari a 84,84 anni medi, 83,8 anni per gli uomini e 85,82 anni medi per le donne. Numeri su cui riflettere, commenta Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, soprattutto alla luce di possibili trattati internazionali che potrebbero cercare di uniformare gli stili di vita su scala mondiale. Lecce, 8 dicembre 2016 Giovanni D’AGATA