REFERENDUM: LA VOCE DEL POPOLO di Lucio Bergamaschi

REFERENDUM: LA VOCE DEL POPOLO   di Lucio Bergamaschi   Quasi il 70% degli italiani si è recato ieri alle urne per il referendum confermativo seppellendo con un mare di NO la riforma Renzi-Boschi. Un risultato straordinario di partecipazione democratica che deve far riflettere su tanti affrettati giudizi dell’establishment circa la presunta insensibilità istituzionale del popolo. I nostri connazionali hanno dimostrato che alla Costituzione ci tengono e che non sono affatto disposti ...

REFERENDUM: LA VOCE DEL POPOLO   di Lucio Bergamaschi   Quasi il 70% degli italiani si è recato ieri alle urne per il referendum confermativo seppellendo con un mare di NO la riforma Renzi-Boschi. Un risultato straordinario di partecipazione democratica che deve far riflettere su tanti affrettati giudizi dell’establishment circa la presunta insensibilità istituzionale del popolo. I nostri connazionali hanno dimostrato che alla Costituzione ci tengono e che non sono affatto disposti a deturparla con modifiche improvvisate e incoerenti. Questo è il primo dato di cui occorre prendere atto come ha fatto con dignità il Presidente del Consiglio: inutile fare dell’ironia sulle matite copiative o le scie chimiche. Al popolo elettore va portato rispetto, sempre.   Archiviato il risultato si aprono due grandi questioni politiche: la prima è una seria e condivisa riforma delle istituzioni. Tra coloro che hanno sostenuto il NO a questo proposito circolano le idee più diverse: alcuni (pochissimi) non vogliono cambiare nulla neppure abolire il CNEL, altri (la maggioranza) sono per un bicameralismo imperfetto ma con un Senato elettivo non ridotto ad un dopolavoro come voleva la ex Ministra Boschi. Alcuni (pochi) sono per un presidenzialismo temperato alla francese. Come fare a mettere d’accordo idee così diverse? L’unica è seguire il suggerimento di Stefano Parisi: votare una Costituente che lavori in parallelo al Parlamento al riparo dalle polemiche di giornata e far fare a loro. So che non è un’idea particolarmente popolare nella Casta ma è intelligente e soprattutto porterebbe infallibilmente a un risultato e questo la rende pericolosa per il partito sotterraneo della conservazione. Ma tant’è noi liberali siamo abituati a portare avanti idee brillanti e minoritarie.   La seconda questione è quella della legge elettorale. Questa va risolta subito perché ad oggi il Senato verrebbe votato con una sorta di moncherino del vecchio Porcellum già dichiarato incostituzionale dalla Corte Suprema. Visto che ci siamo cambiamo anche l’orribile Italicum che con il ballottaggio consegnerebbe il Paese ad un unico padrone (Grillo o Renzi che sia). Piuttosto ripristiniamo il Mattarellum senza scorporo che male non era oppure più semplicemente una legge proporzionale con un premio di maggioranza moderato (sul 15%) alla coalizione vincente. Fatto questo in primavera si può tornare alle urne. Nel frattempo mettiamo un Padoan a Palazzo Chigi per tranquillizzare l’Europa e non far schizzare in alto lo spread.   Avevamo detto che non sarebbero avvenuti terremoti qualunque fosse stato l’esito del referendum. Ora dimostriamolo