Ma la vecchia Europa è davvero così debole ? di Lucio Bergamaschi

  Stanotte un miliardo e mezzo di cristiani si raduneranno idealmente davanti alla capanna di Betlemme insieme a quel manipolo di poveri pastori palestinesi che duemila e sedici anni fa furono i primi testimoni del grande evento. Il “trionfo della debolezza” come lo definiva San Leone Magno non va molto di moda oggi: sembra che la forza sia l’unica cifra di qualsiasi linguaggio: quello politico con Trump e Putin e in Italia Salvini e Grillo, quello economico con la Merkel e la BCE e pers...

  Stanotte un miliardo e mezzo di cristiani si raduneranno idealmente davanti alla capanna di Betlemme insieme a quel manipolo di poveri pastori palestinesi che duemila e sedici anni fa furono i primi testimoni del grande evento. Il “trionfo della debolezza” come lo definiva San Leone Magno non va molto di moda oggi: sembra che la forza sia l’unica cifra di qualsiasi linguaggio: quello politico con Trump e Putin e in Italia Salvini e Grillo, quello economico con la Merkel e la BCE e persino quello religioso con il muscolare proselitismo islamico che pare sfondare in tutto il mondo. Eppure ad un’analisi più attenta non è così. E’ vero che i politici decisionisti godono delle prime pagine in tutto il mondo ma il loro consenso è meno solido di quanto appaia. Pensiamo alla meteora Le Pen in Francia; sembrava avviata ad un luminoso futuro politico ma all’apparire di un candidato moderato ma credibile come Fillon  tutti i sondaggi la danno perdente al ballottaggio. Per non parlare del nostro Salvini che non riesce a sfondare il tetto del 10/12 per cento e che si dovrà affidare ancora al vecchio Berlusconi per sperare di restare in partita. Lo stesso Grillo continua ad inciampare su vicende imbarazzanti e poco chiare come quelle di Palermo e di Roma. E che dire di Trump che in poco più di un mese si è rimangiato metà delle roboanti parole d’ordine con cui ha vinto le elezioni? Chi appare invincibile oggi sembra lo zar Putin ma i suoi successi sono lastricati di morti e violenze, prima in Cecenia, poi in Ucraina oggi in Siria e sui morti non si crea mai un consenso duraturo.   Sul piano religioso la forza espansiva dell’Islam è tutt’altro che in crescita. In tutto l’Oriente – Cina in primis – esso è quasi inesistente mentre il cristianesimo continua a fare proseliti. In Africa si deve affidare ai tagliagole di Boko Aram per espandersi nella zona sub-sahariana ma le comunità cristiane resistono. E nell’Occidente, nel cosiddetto ventre molle della civiltà cristiana reso imbelle dal consumismo e dal relativismo etico come stanno le cose? Siamo davvero alla mercè dell’Isis e dei suoi accoliti? I numeri dicono di no. Su quasi due milioni di Islamici residenti in Italia i radicalizzati secondo l’AISE (servizi segreti) sono 122 e coloro che sono andati a combattere in Siria si contano sulla punta delle dita di una mano. In Germania va anche peggio per i musulmani radicali: sono quattro milioni i seguaci di Allah per lo più turchi quelli stabilmente residenti oltre a un milione giunto nell’ultimo anno come rifugiati. Al momento gli unici attentati riusciti a Monaco e Berlino sono opera di cani sciolti, individui disperati e senza alcun seguito. La stragrande maggioranza dei musulmani desidera convivere pacificamente con l’Occidente cristiano anzi è fortemente attratta dai valori di tolleranza, eguaglianza tra i sessi, opportunità economiche che la società liberale offre loro.   E’ per questo che il Daesh alza il tiro: vedono molto più chiaramente di noi la crisi di consenso che il radicalismo religioso vive nei paesi arabi – tranne forse alcuni luoghi specifici come la Palestina o la Libia – e cercano di opporvisi con il terrore e la propaganda. Ma il miliardo di musulmani pacifici e tolleranti non si convince con le bombe e qualche video su internet. Non ci credete? Cercatevi il film “La bicicletta verde” della regista saudita Haifa Al Mansour, uno straordinario spaccato dall’interno della società più oppressiva del mondo visto con gli occhi di un’adolescente in via di emancipazione. Poi mi dite se i nostri valori non fanno presa in quelle società.   Ma in fondo quel Gesù che nasce stanotte nella mangiatoia lo aveva predetto: “i miti erediteranno la terra”. Siamo fiduciosi, non piangiamoci addosso e siamo orgogliosi della nostra mitezza. E’ Natale.