Calenda vi prende in giro

La decisione della Embraco, società di proprietà brasiliana controllata dalla gigantesca multinazionale stellestrisce Whirpool Corporation, di cessare la produzione di compressori per frigoriferi nella fabbrica di Riva presso Chieri, città metropolitana di Torino, ha condotto al licenziamento di 497 addetti su 537: i quaranta salvati manderanno avanti l'ufficio commerciale. Ma di produrre in Italia non se ne parla più: le linee produttive andranno in Slovacchia. Il ministro dello sviluppo eco...

La decisione della Embraco, società di proprietà brasiliana controllata dalla gigantesca multinazionale stellestrisce Whirpool Corporation, di cessare la produzione di compressori per frigoriferi nella fabbrica di Riva presso Chieri, città metropolitana di Torino, ha condotto al licenziamento di 497 addetti su 537: i quaranta salvati manderanno avanti l'ufficio commerciale. Ma di produrre in Italia non se ne parla più: le linee produttive andranno in Slovacchia. Il ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, dopo aver mostrato i muscoli in un riflesso per così dire pavloviano – «Si conferma un atteggiamento di totale irresponsabilità dell’azienda, siamo di fronte al peggior caso di una multinazionale che dimostra totale irresponsabilità nei confronti dei lavoratori e mancanza di rispetto del governo. Non ricevo più questa gente perché ne ho fin sopra i capelli di loro e dei loro consulenti» – è passato al più mite consiglio di volare a Bruxelles per convincere la Commissione dell'illegalità della politica fiscale del governo slovacco. Una fesseria impareggiabile. Se provate a pensarne una più grande non è detto che vi riesca. Il ministeriale Carlo come Don Chisciotte e l'Italia come Dulcinea del Toboso. La Commissione non può in alcun modo interferire con la fiscalità di uno stato sovrano. Ed il fatto che le agevolazioni fiscali alle imprese derivino, come vorrebbe il ministro nostrano, dai Fondi strutturali europei, è semplicemente indimostrabile. Ancora Calenda: «La situazione sleale dell'Est è intollerabile. Se un lavoratore è pagato la metà di quello italiano, noi non possiamo competere ad armi pari visto che questi Stati hanno pari accesso al mercato europeo. Questo è il nodo su cui si deve intervenire». Ma il ministro si dimentica di dire che il mercato europeo tale è perché garantisce pari condizioni di accesso e scambio a tutti i suoi membri. Il giorno in cui non lo facesse, non esisterebbe più. Ex lavoratori dello stabilimento torinese di Embraco, vi stanno prendendo in giro due volte. A presto. Edoardo Varini